Germania: la profonda crisi della Volkswagen

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Milano – Non 15mila come era trapelato solo qualche giorno fa, ma addirittura 30mila, scrive Il Sole 24 Ore. Poche righe in un articolo online di approfondimento di Manager Magazin, pubblicazione del gruppo Spiegel, sono bastate a spargere il terrore tra i circa 130mila dipendenti del brand Volkswagen, poco più di un terzo di tutti i dipendenti del gruppo in Germania. Manager Magazin ha scritto, in un articolo dal titolo «La vera dimensione dei problemi Vw», che Volkswagen potrebbe tagliare fino a 30 mila posti di lavoro in Germania. Praticamente un quarto della forza lavoro del marchio che dà il nome al gruppo. I tagli riguarderebbero anche il settore ricerca e sviluppo. In realtà la cifra fa parte di una indiscrezione che attribuisce questa dichiarazione al ceo del primo produttore automobilistico europeo, Oliver Blume. Diversi mesi fa Blume avrebbe affermato «in una cerchia ristretta», secondo Manager Magazin, di ritenere che la riduzione di 30mila posti di lavoro in Germania fosse realistica, nel lungo termine. Una cifra «senza fondamento» e una semplice «sciocchezza», l’ha definita il consiglio di fabbrica della Volkswagen, l’organismo sindacale interno. Tutto questo quando manca meno di una settimana al via alle trattative tra azienda – che vuole mettere fine dopo un trentennio agli accordi sulla sicurezza del lavoro (i contratti sarebbero stati tutelati fino al 2029) – e rappresentanza dei lavoratori. Nelle scorse settimane fonti del management avevano rivelato a Bloomberg un piano di austerità che potrebbe includere 15mila licenziamenti (cifra non smentita) ma anche la chiusura di alcuni stabilimenti. In un recente intervento, il cfo del gruppo Vw, Arno Antlitz, aveva spiegato che «mancano le vendite di circa 500mila auto, pari a circa due stabilimenti. Il mercato non c’è più». Lo stesso Antlitz, commentando i conti del primo semestre, con utili in calo, aveva avvisato che la spesa per gli investimenti nel periodo 2025-2029 sarà ridotta a circa 165 miliardi di euro dai 180 miliardi del periodo 2024-2028. Decisioni tanto drastiche, senza precedenti negli 87 anni di vita di Volkswagen, sono dovute al fatto che il piano di ristrutturazione dei costi da 10 miliardi di euro già pianificato anche dal ceo del marchio, Thomas Schäfer […] non basta. Il top management ha calcolato che servono altri 5 miliardi e che, in un panorama di forte sovracapacità negli impianti tedeschi e costo del lavoro elevato, Vw potrà tornare competitiva dopo una cura shock. Nel primo semestre la redditività (margine operativo) è stata molto deludente: solo 2,3% contro il 6,5% atteso entro il 2026. Secondo il ministro dell’Economia Robert Habeck, anche il governo federale e il Land della Bassa Sassonia (che è azionista al 20,2%) stanno valutando la possibilità di sostenere il colosso in difficoltà. «L’azienda è di fondamentale importanza per la Germania», ha dichiarato il ministro. I due governi stanno riflettendo su come sostenere il percorso di ristrutturazione.