Aler Milano in crisi: morosità, case sfitte, debiti

Aler Milano
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Milano – La morosità «aumentata significativamente durante il periodo pandemico»; la tassazione sul patrimonio (Imu); la «forte dinamica inflattiva» e soprattutto il patrimonio sfitto: sono gli «elementi critici che da diversi anni determinano problemi finanziari per le Aler», le aziende regionali che possiedono e gestiscono il patrimonio residenziale pubblico per conto di Regione Lombardia. In una relazione condotta sui bilanci consuntivi del 2023, illustrata dall’assessore regionale alla Casa Paolo Franco nella seduta di giunta di lunedì – pubblicata dal Corriere Della Sera – è scritto nero su bianco che questi fattori «sottraggono ingenti risorse finanziarie al sistema e limitano fortemente la capacità di autoinvestimento ai fini della conservazione del patrimonio, rendendo necessario il sostegno regionale». Partiamo dallo sfitto, che rappresenta un aspetto «problematico» e che nella relazione non viene quantificato con numeri assoluti ma solo con percentuali: «Risulta ancora elevato — si legge — con un 14 per cento in media, e un picco del 21,1 per cento per Aler Pavia Lodi». Tuttavia, a fronte di percentuali ancora così elevate, Regione evidenzia come «l’obiettivo di riduzione del 5 per cento (dello sfitto, ndr) assegnato con le direttive regionali risulta raggiunto in tutte le Aler» e anzi «per il 2023 è stato incrementato percentualmente portando al 15 per cento la riduzione prevista sul dato 2020». Per quanto riguarda la morosità, a fronte di un calo registrato nel 2023 di quella «corrente», — cioè quella dell’anno in esame —, si registra una crescita di 21 milioni di euro per quanto riguarda quella «consolidata», ovvero storica, che passa nel triennio 2021-2023 da 429,2 milioni di euro a 450,4. E questo anche a fronte di uno stanziamento regionale di 20,1 milioni di euro di «contributo di solidarietà» per le famiglie in difficoltà economica. «Si mantiene elevato» anche «l’impatto della fiscalità» che nel 2023 è pari a 57,8 milioni, in lieve flessione rispetto al 2022 (61,6 milioni) ma — rileva Regione — «maggiore del 2020 (51,8 milioni di euro). Una riduzione rispetto all’anno precedente dovuta «alla diminuzione dell’Ires di Aler Milano, a sua volta guidata dalla riduzione dell’importo delle vendite patrimoniali effettuate, nonché al minor costo dell’Iva indetraibile». Tra le Aler che hanno una situazione ancora più problematica c’è quella di Milano che, insieme a quella di Pavia Lodi, «viene sostenuta da Regione con la misura di compensazione prevista per le aziende in stato di fragilità finanziaria». Anche perché sia Milano che Pavia Lodi sono quelle «con il maggior indice di indebitamento, rispettivamente al 23 per cento e al 12 per cento». Proprio perché indebitata, Aler Milano non può accedere a nuovi mutui e per questo «continua ad avere necessità di anticipazione ordinaria di tesoreria, attestata a 27 milioni di euro in peggioramento rispetto ai 19 del 2022». In più, l’utile del 2023 di 10 milioni e 314 mila euro è in calo del 50 per cento rispetto all’anno precedente, con una morosità corrente al 20,5 per cento (contro il 30,5 dell’anno prima) e resa possibile da un «bonus riscaldamento straordinario». E ancora, a fronte di «valore della produzione complessivo dell’intero sistema Aler» che «passa da 480,7 milioni del 2022 a 457 milioni di euro nel 2023, con una contrazione del 5 per cento, Aler Milano segna un -7 per cento».