Panetta (Bankitalia): necessario ridurre il fardello del debito pubblico

Bankitalia
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Roma – L’elevato debito pubblico dell’Italia è un “fardello” e per ridurlo è necessario mantenere sotto controllo i conti, rilanciare la crescita e combattere sprechi di spesa e l’evasione fiscale. Lo ha sottolineato il governatore della Banca d’Italia, Fabio Panetta, nelle sue prime “considerazioni finali” in occasione della relazione annuale dell’istituto. L’Italia, ha spiegato Panetta, “ha un debito pubblico elevato, frutto di squilibri accumulati in passato. Alla fine del 2023 esso ammontava al 137 per cento del Pil, un valore non lontano da quello pre-pandemico ma superiore al resto dell’Eurozona. Una tale zavorra ci costringe ogni anno a impegnare considerevoli risorse pubbliche per pagare interessi, sottraendole all’innovazione e allo sviluppo”. Per affrontare il problema del debito, è necessario, secondo il numero uno di Bankitalia, “un piano credibile volto a stimolare la crescita e la produttività, e nel contempo a realizzare un graduale e costante miglioramento dei conti pubblici”. Tale piano, ha osservato, “dovrà collocare il debito in rapporto al prodotto su una traiettoria stabilmente discendente. Quanto più la prospettiva di riduzione del debito sarà credibile, tanto minori saranno i rendimenti che gli investitori chiederanno per detenerlo. Ciò renderà a sua volta meno arduo l’aggiustamento”. Per Panetta, inoltre, “sono necessarie scelte attente soprattutto dal lato della spesa, al fine di riorientarne la composizione in favore dello sviluppo e di eliminare le inefficienze. Un contributo dovrà derivare dal contrasto all’evasione fiscale, sulla scia dei risultati positivi registrati in questo campo nell’ultimo decennio. Potremo liberarci del fardello del debito – ha concluso – soltanto coniugando prudenza fiscale e crescita”. “L’agenda è chiara, e può essere realizzata. E va realizzata per tornare a crescere e per contare in Europa, e con l’Europa contare nel mondo”, ha detto ancora Panetta riferendosi, nelle considerazioni finali, alle sfide globali che impongono di rafforzare la capacità di azione comune, unico modo “per superare l’attuale fase di appannamento”. Secondo Panetta, “l’avanzamento dell’integrazione europea è la risposta ai mutati equilibri geopolitici e al rischio di irrilevanza cui i singoli Stati membri sarebbero altrimenti condannati dalla cruda aritmetica dei numeri”.