Costo della vita in crescita, la svolta nel 2022

Milano – Ogni famiglia ha vissuto le conseguenze dell’aumento dei prezzi sul proprio bilancio. Lo scenario è noto. L’enorme mole di dati elaborata dall’ufficio statistico del Comune permette però di osservare, anno dopo anno, cosa sia accaduto a Milano: perché tutto è successo in pochi mesi. Uno tsunami, alla fine della pandemia. Sono dati riportati dal Corriere Della Sera ma si fermano al 2022, mentre le famiglie guardano con preoccupazione all’anno in corso, il 2024. L’aspetto più interessante (e drammatico per molte famiglie) sta nel comprendere quando e come gli aumenti si sono materializzati nel corso degli ultimi 8 anni. Succede tutto tra la fine del 2021 e la definitiva impennata, prima del Natale 2022. In un solo anno, i prezzi salgono tre volte in più rispetto a quanto sono cresciuti in tutti e sei gli anni precedenti. Con un problema, la crescita è continuata (più lenta, ma pur sempre crescita è stata) per tutto il 2023. Si prenda l’indice generale dei prezzi a Milano, per tutti i beni e i servizi: fatto 100 quello del 2015, dopo l’Expo c’è un rimbalzo verso il basso, con una leggera discesa per tutto il 2016. Nel 2017 l’indice sale a 101, nel 2018 a 102, a fine 2019 non supera il 103. Vuol dire meno di un punto percentuale all’anno, poi arriva la pandemia, e i prezzi scendono: a fine 2020, l’indice è più basso rispetto alla fine dell’anno prima. Nel 2021 i prezzi riprendono a salire: l’anno, comunque, si chiude poco sopra 105, vuol dire un paio di punti in più rispetto al pre-Covid. Nel 2022 (a febbraio inizia la guerra in Ucraina, con il grande allarme per i costi dell’energia) l’indice complessivo dei prezzi al consumo sale ogni mese più di quanto cresceva prima in un intero anno: a dicembre ha toccato quota 118. A novembre 2023 (ultimo dato disponibile) era tra 119 e 120. Risultato (critico per la maggior parte delle voci, con qualche sacca invece di risparmio): i prezzi di bar e ristoranti sono aumentati del 26 per cento; l’abbigliamento solo del 3; la sanità del 5. L’ambito di spesa nel quale i consumatori hanno avuto un vantaggio sono le comunicazioni (telefonini e Internet): una riduzione di circa il 20 per cento. L’estate scorsa però i biglietti aerei per i voli nazionali costavano il doppio rispetto agli anni precedenti; le auto nuove sono aumentate di oltre il 20 per cento; stessa quota per gasolio e benzina; ancor peggio gli pneumatici (più 26 per cento). Aumentate anche le spese condominiali (più 19 per cento) e i mobili (più 30). Più 14 per cento per i libri scolastici; più 64 per cento gli alberghi; più 14 per cento i parrucchieri. Aumentati più del 50 per cento i biglietti per assistere alle competizioni sportive; mentre per praticare sport (rette per le palestre, affitti dei campi) i rincari sono più contenuti, intorno al 16 per cento. Di fatto, gli aumenti toccano ogni ambito della vita quotidiana dei milanesi. Mentre gli stipendi sono al palo da tempo