Acque: Lombardia, necessario approccio interdisciplinare

Milano – “La tutela delle acque e’ un tema che sta molto a cuore a Regione Lombardia e sul quale la nostra attenzione e’ sempre alta. Cio’ deriva in buona parte dai sistemi normativi superiori, da quello europeo, passando al livello statale, oltre naturalmente che dai sistemi regionali, ma anche dalla volonta’ di regolamentare una risorsa, l’acqua, che e’ fondamentale per la vita quotidiana dei cittadini e delle imprese”. Cosi’ l’assessore regionale all’Ambiente, Energia e Sviluppo sostenibile Claudia Terzi durante l’intervento di apertura della seconda conferenza di VAS oggi all’Auditorium Testori di Palazzo Lombardia. “L’acqua deve essere tutelata e garantita sia dal punto di vista qualitativo, sia dal punto di vista quantitativo – prosegue Terzi – e questo vale ancora di piu’ per una regione come la Lombardia che ospita una buona parte del patrimonio idrico non solo nazionale, ma anche europeo, e che ha quindi la responsabilita’ di dover tutelare questo bene e di raggiungere obiettivi di qualita’ che ci siamo imposti a livello europeo”. “Negli ultimi 15 anni la normativa sulla gestione del patrimonio idrico e’ profondamente cambiata partendo dall’Europa e dalla direttiva del 2000, recepita in Italia nel 2006, e che ci ha posto degli obiettivi fondamentali, primo fra tutti l’impegno per proteggere gli ecosistemi acquatici terrestri, l’agevolazione di un sistema idrico sostenibile fondato sulla protezione a lungo termine delle risorse idriche disponibili, la protezione rafforzata e il miglioramento dell’ambiente acquatico, gli interventi per contenere e superare i casi di inquinamento e poi anche una gestione razionale del patrimonio idrico, finalizzata al contenimento degli eventi dannosi effetto delle inondazioni e della siccita’”. “Proprio ieri – ricorda l’assessore – c’e’ stato il tavolo di crisi idrica convocato ben prima rispetto agli anni scorsi, segno che c’e’ un’attenzione maggiore. La direttiva poi ha stabilito quali sono i soggetti di riferimento: da una parte il Bacino idrografico, a livello territoriale il Distretto idrografico, la necessita’ della redazione di un piano di gestione, ma soprattutto l’individuazione dei corpi idrici. Questa normativa e’ stata poi recepita in Italia e trasfusa in una normativa nazionale che ha previsto piu’ livelli di intervento e pianificazione: da una parte il Piano di gestione dei distretti, e dall’altra, invece, una pianificazione a livello nazionale e regionale, che e’ quella che stiamo aggiornando”. “Siamo obiettivamente un po’lontani rispetti agli obiettivi che l’Unione Europea ci ha dato – chiosa Terzi -: attualmente siamo al 25 per cento dei corpi idrici fluviali, al 50 per cento dei corpi idrici lacustri e al 18 per cento dei corpi idrici sotterranei, rispetto al raggiungimento di tale traguardo”. “Per raggiungere tali obiettivi – precisa Terzi -diventa fondamentale che tutte le politiche che riguardano l’acqua e l’ambiente siano interdisciplinari: non possiamo pensare di lavorare solo sull’acqua, dimenticandoci non solo che e’ un elemento fondamentale per la vita quotidiana di cittadini, imprese e agricoltori, ma anche che essa e’ interconnessa e come tale soggetta ad altri fattori di pressione. In quest’ottica – conclude l’assessore – la pianificazione del PTUA tende proprio a portare avanti un lavoro interdisciplinare”.