Indipendenza economica delle donne chiave per un futuro senza paure
Milano – Occorre rimuovere le cause economiche della disparità di genere per garantire alle donne una reale emancipazione. Questo il messaggio uscito dal convegno promosso oggi a Palazzo Pirelli dal Garante per la tutela delle vittime di reato Elisabetta Aldrovandi in occasione della Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne. Tema dell’incontro moderato dal giornalista Claudio Brachino è stato la violenza economica sulle donne in tutte le sue forme. All’incontro ha portato il suo saluto il Presidente del Consiglio regionale Federico Romani che ha ricordato la tragica vicenda della giovane Giulia Cecchettin e come sull’onda emotiva di tale gravissimo fatto di cronaca il Parlamento abbia approvato all’unanimità un pacchetto di interventi volto a irrobustire il cosiddetto Codice Rosso. Sono intervenute Elena Lucchini, Assessore alla Famiglia, Solidarietà sociale, Disabilità e Pari opportunità di Regione Lombardia e la neoeletta Presidente della Commissione Pari opportunità di Regione Lombardia Luce Meola. Fabio Roia, Presidente Vicario del Tribunale di Milano, ha segnalato dal canto suo come le denunce di donne stiano aumentando. Questo significa che il sommerso si sta lentamente ma costantemente riducendo. “Bisogna garantire – ha affermato Roia – pari condizioni retributive e di carriera alle donne. Al tempo stesso occorre svolgere un’azione educativa e preventiva nei confronti delle nuove generazioni e parimenti tutelare le vittime di violenza economica senza scadere in un assistenzialismo non rispettoso della dignità della donna.” “In Italia– ha precisato nel suo intervento Elisabetta Aldrovandi, Garante per la tutela delle vittime di reato – solo il 55% delle donne lavora, il 14% in meno della media europea. La donna che non lavora è in posizione di dipendenza in famiglia e nel contesto sociale. Il 49% delle donne dichiara di aver subito violenza economica, percentuale che sale al 67% tra le donne separate o divorziate. Si distingue tra controllo economico, quando il maltrattante pretende di disporre delle risorse economiche della partner, sfruttamento economico quando il partner maschio si appropria delle risorse della moglie e boicottaggio economico quando il partner condiziona negativamente la carriera professionale della compagna obbligandola in casi estremi a rinunciare al lavoro. Si tratta di fattispecie non ancora normate dalla legge e che spesso sfuggono dunque alle sanzioni penali andando sotto la voce generica di maltrattamenti o violenza morale. Per questo con Martina Semenzato, Presidente della Commissione parlamentare di inchiesta sul femminicidio e la violenza di genere, stiamo lavorando per il riconoscimento del reato penale di violenza economica”. Il Vice Questore Aggiunto di Milano Stefano Veronese ha illustrato nel dettaglio le attività che la Polizia di Stato ha messo in campo per contrastare il fenomeno. “Ognuno – ha sottolineato Veronesi – deve fare la sua parte. La Polizia deve garantire l’incolumità della parte offesa ma deve lavorare in stretto contatto con le altre istituzioni e il mondo dell’associazionismo sul territorio per essere in grado di intercettare i segnali, i cosiddetti “fatti sentinella”. Molto utile in tale ottica si sta rivelando l’applicativo Scudo che cataloga tutti gli episodi di violenza di genere anche non penalmente rilevanti in modo da lasciare una traccia e consentire agli inquirenti di percepire l’evoluzione delle situazioni in modo da prevenire per quanto possibile fatti irreversibili”