Cgil e Uil: confermiamo lo sciopero generale
Roma – Le confederazioni ribadiscono le modalità dello stop: “Non condividiamo la decisione della Commissione di garanzia, ci sono i requisiti”. “Confermiamo la proclamazione dello sciopero generale e le sue modalità di svolgimento per la giornata del 17 novembre”. Lo affermano, in una nota, Cgil e Uil. “Non condividiamo la decisione assunta dalla Commissione di garanzia. Si tratta – proseguono le due Confederazioni – di un’interpretazione che non riconoscendo la disciplina dello sciopero generale, mette in discussione nei fatti l’effettivo esercizio del diritto di sciopero sancito dalla Costituzione a tutte le lavoratrici ed i lavoratori”. Per Cgil e Uil “l’astensione del lavoro del 17 novembre non può essere interpretata in altro modo: rientra nella disciplina dello sciopero generale. Siamo attenti e rispettosi delle regole, tanto che abbiamo richiesto noi un confronto con la Commissione che, nonostante le nostre puntuali argomentazioni, ha deciso di confermare il provvedimento”. “La Commissione non spiega su quali basi normative ha deciso che non si tratta di uno sciopero generale. Confermiamo, infine, la nostra disponibilità ad aderire alle indicazioni della Commissione per il settore dei vigili fuoco e quello del trasporto aereo”, concludono Cgil e Uil. I sindacati era in attesa di ulteriori valutazioni da parte della commissione di garanzia che ha chiesto di rimodulare lo sciopero di venerdì 17 in alcuni settori, tra cui i trasporti. La segretaria confederale della Cgil, Maria Grazia Gabrielli, e il segretario organizzativo della Uil, Emanuele Ronzoni, hanno confermato la contrarietà rispetto alla nota inviata dalla commissione, sostenendo che si tratta di uno sciopero generale di alcune categorie e quindi di non comprendere perché siano state sollevate obiezioni. Parlando con le agenzie di stampa, Gabrielli ha dichiarato: “È utile e necessario capire quali riflessioni farà la commissione, poi le nostre organizzazioni valuteranno. La natura dello sciopero generale c’è e per questo non può essere disciplinato o interpretato in maniera diversa”.