CGIL Milano: presidio per la stabilizzazione dei ricercatori dell’Istituto Besta

CGIL Milano: presidio per la stabilizzazione dei ricercatori dell’Istituto Besta

Milano – Dopo 25 anni di precariato, per qualcuno, con una media di 15 anni per le lavoratrici e i lavoratori della ricerca pubblica, una volta approvata la norma che ne permetteva la stabilizzazione, non bisognava aspettare un minuto in più per le stabilizzazioni delle ricercatrici e dei ricercatori precari. Invece da mesi aspettiamo che una convocazione e un tavolo per stabilizzare il personale. Oggi siamo in presidio all’Istituto Besta, in tanti, con decine di anni di precariato sulle spalle, stanchi di aspettare per dire che la pazienza è finita: stabilizzazioni subito! Insieme alle lavoratrici e ai lavoratori Alberto Motta, il nostro segretario generale: “Non avremmo voluto questo presidio, avremmo voluto che le stabilizzazioni fossero arrivate in modo lineare, senza presidi, mobilitazioni, né conferenze stampa. Una ricerca precaria è un’assurdità inaccettabile. Ogni volta che noi della funzione pubblica scendiamo in piazza lo facciamo per noi, per le lavoratrici e i lavoratori, ma al tempo stesso anche per le cittadine e cittadini, perché un lavoro pubblico di qualità significa, servizi migliori per loro! Anche per questo il 17 novembre saremo in sciopero.” “Dopo anni passati nel sottobosco dei contratti atipici – spiega il Coordinatore Fp Cgil Nazionale Alberto Evangelista – il contratto sarà un validissimo strumento per valorizzare il personale della ricerca perché contiene possibilità di valorizzare la posizione dei ricercatori sia dal punto di vista economico, sia dal punto di vista normativo.” La battaglia per la stabilizzazione dei ricercatori pubblici non è solo della Funzione Pubblica, ma dell’intera CGIL, la presenza del Segretario Generale della CGIL Milano Luca Stanzione lo conferma: “ricerca e precarietà sono un binomio che hanno lasciato indietro questo Paese, questa mobilitazione guarda al futuro, cerca di rispondere alle fragilità del nostro tempo.”