L’Università Cattolica del Sacro Cuore inaugura l’anno accademico con la laurea honoris causa al giurista Guido Calabresi
Milano – In occasione dell’inaugurazione dell’anno accademico 2023-2024 l’Università Cattolica del Sacro Cuore ha conferito oggi la laurea honoris causa in Economia al giurista Guido Calabresi, professore emerito alla Yale University, maestro della migliore generazione di accademici e di giudici statunitensi, quattro dei quali attualmente giudici della Corte Suprema. Un docente che ha aiutato migliaia di studenti a trovare un senso al proprio impegno, come ha affermato, nel discorso inaugurale in Aula Magna, il rettore Franco Anelli, citando le parole dello stesso Calabresi: «È stato il rapporto con i giovani che ha rafforzato il mio desiderio d’insegnare. Mi volevano bene, e io volevo bene a loro e avevo una capacità di farli fiorire. Era importante far capire loro che si può fare il bene comune, a prescindere da come uno la pensa». La giornata si è aperta nella Basilica di Sant’Ambrogio con la Celebrazione eucaristica presieduta da monsignor Claudio Giuliodori, assistente ecclesiastico generale dell’Università Cattolica, che, nel giorno della memoria liturgica del beato don Carlo Gnocchi, assistente spirituale dell’Ateneo dal ’46 al ’48 per volere di padre Gemelli, ne ha ricordato la «radicale testimonianza della carità verso i più piccoli e bisognosi». Nel suo discorso il Rettore ha proposto un’analisi di scenario sul presente e sul futuro del sistema universitario. «Le Università non sono start up» ha detto il professor Anelli. «Non nascono dall’intuizione di un businessman per poi crescere fino ad essere mature abbastanza per essere cedute a un investitore. La contendibilità non è un valore degli Atenei. La loro perennità, lo è. Il loro saper cambiare restando fedeli a sé stessi, rendersi attuali grazie alla conoscenza e alla ricerca, che li rende costantemente moderni». E questa sfida ha posto gli Atenei di fronte a un bivio: «Scegliere se assumere un atteggiamento “prudente”, difensivo, contenendo i costi ma anche le ambizioni; oppure perseguire una politica di espansione e riorganizzazione, accettando di investire, e dunque rischiare, per aprire prospettive nuove». Già in occasione del precedente Piano Strategico (2019) l’Università Cattolica ha optato, «per motivata fiducia», la «via della crescita». I numeri lo confermano. Per quanto riguarda la didattica, dal 2013-2014 al 2022-2023 gli studenti dei corsi di laurea triennali, magistrali e a ciclo unico «sono passati da 36.775 a 42.287, con un incremento del 15%, associato a una riduzione del 21% degli studenti fuori corso, frutto di specifiche politiche di sostegno e tutoraggio». Sul fronte della ricerca, l’indicatore della capacità di attrarre fondi è cresciuto in modo significativo: «Nel 2022 il valore del “Portafoglio della ricerca”, ossia il volume totale dei progetti attivi nell’anno, era di 122 milioni di euro, per 1.316 progetti». Da segnalare, inoltre, che più di 40 docenti dell’Università Cattolica «si collocano tra i primi 2% del ranking mondiale nelle loro discipline». Per quanto riguarda il processo di internazionalizzazione, «i double degree sono 37 e gli studenti internazionali immatricolati ai corsi di laurea sono raddoppiati negli ultimi cinque anni. La comunità degli studenti di nazionalità estera iscritti in Cattolica, considerati tutti gli anni di corso, di circa 3.000 unità, con 165 nazionalità rappresentate e siamo al sesto posto in Europa per numero di studenti in uscita». Non è mancata negli ultimi anni la progettualità sul fronte degli spazi. «Nella sede di Milano la “conquista” della Caserma Garibaldi ha compiuto un passo decisivo con l’avvio, nel 2023, dei lavori di ristrutturazione dell’ala Santa Valeria, che si prevede giungano a conclusione in tempo utile per rendere disponibili nuovi spazi a partire dal secondo semestre dell’anno accademico 2024-2025». L’intervento prevede la realizzazione di 36 aule per una capienza complessiva di circa 1.800 posti studente, una sala convegni da 150 posti, e spazi allestiti nelle parti comuni per lo studio e la socializzazione per gli studenti, per oltre 500 posti. In tutte le sedi sono stati programmati investimenti per accrescere l’offerta di posti nei collegi e nelle residenze. Queste iniziative sono pensate per offrire una risposta all’aumento della popolazione studentesca nel corso degli ultimi dieci anni. «Ma tutte le curve di crescita prima o poi flettono» ha puntualizzato il professor Anelli, chiedendosi «quale posizione si debba assumere nei prossimi anni, in un panorama segnato dalla polarizzazione tra Atenei qualificati nella didattica e nella ricerca, e offerte di prodotti formativi sempre più apertamente sensibili a obiettivi di mercato». Per questo motivo, «lo sforzo più rilevante che si renderà necessario nei prossimi anni – ha concluso il Rettore – sarà quello di ricalibrare nel suo complesso la proposta formativa, continuando nel cammino già efficacemente intrapreso, di elaborare percorsi di studio solidi, rigorosi e insieme moderni, di definire le soglie quantitative ottimali per assicurare il meglio a tutti gli studenti, e soprattutto di fare in modo che gli studenti trovino un senso al loro impegno». Dopo il discorso inaugurale, l’Arcivescovo di Milano monsignor Mario Delpini, impegnato a Roma nei lavori del Sinodo, ha rivolto il suo saluto in qualità di presidente dell’Istituto Giuseppe Toniolo di Studi Superiori, attraverso un videomessaggio da Piazza San Pietro, «così cara a tutti noi cattolici». L’Arcivescovo ha espresso il desiderio che l’Università Cattolica rinnovi «l’ispirazione originaria tenendo presente il tempo in cui viviamo, il cammino percorso e il mondo che è cambiato» e ha sollecitato l’Ateneo a «offrire nell’ambito della cultura non solo erudizione ma sapienza, e, nell’ambito della scienza e della qualificazione professionale, non solo competenza ma anche motivazioni per fare di questa competenza un servizio». La cerimonia di conferimento della laurea honoris causa è stata introdotta dalla laudatio pronunciata dalla preside di Economia Antonella Occhino, che ha richiamato le motivazioni del riconoscimento. «La proposta di una laurea magistrale honoris causa in Economia a Guido Calabresi nasce dalla volontà di onorare la straordinaria figura di un protagonista delle scienze applicate del diritto e dell’economia, unanimemente riconosciuto per i suoi pionieristici studi su Law and Economics, che hanno avuto un impatto decisivo per l’avanzamento della ricerca legale sulla responsabilità e della ricerca economica sui comportamenti, offrendo un significativo contributo al progresso civile, economico e sociale». Dopo la solenne lettura in latino, da parte del professor Carlo Mazzucchi, del diploma di laurea e dopo il conferimento della laurea honoris causa, il professor Calabresi – che ha manifestato la propria gioia di aprire l’anno accademico «di questa grandissima università» e di ricevere una laurea da milanese dopo 70 anni da quando fu costretto a lasciare l’Italia – ha tenuto la prolusione sul tema “Legge ed economia: la risposta del diritto”. La sua lezione è stata un grande affresco del processo di critica che varie discipline hanno posto nel ‘900 a una concezione del diritto come materia separata, «immutabile e autosufficiente». A partire dagli economisti, i primi a metterne in discussione la razionalità, soprattutto in America, «dove questo è ancora l’unico modo di guardare al diritto». La risposta dei giuristi a questa sfida, ha spiegato il professor Calabresi, è stata duplice: «Da un lato distinguendo il ruolo degli accademici da quello dei creatori del diritto». I primi, a differenza di questi ultimi, le cui decisioni determinano effetti immediati, «possono e devono scrivere quello che pensano sia vero per loro, “anche se il cielo cadesse”, cioè senza considerare le conseguenze delle loro affermazioni», evitando, però, la pretesa di pensare che le loro conclusioni siano subito applicate. Dall’altro lato, «il diritto risponde alle critiche dell’economia, della filosofia, della sociologia e della storia, chiedendo loro una maggiore profondità, una riscoperta di alcuni valori di cui dovrebbero tener conto per loro stessa natura e mostrando la propria capacità di accettare la sfida che esse pongono e proporsi come un amalgama di discipline che non sono separate come nei dipartimenti delle università». È questa la strada maestra per «un diritto che conduce a una giustizia, che, prendendo un complesso di discipline, le guarda, le usa e cerca di metterle insieme per creare qualcosa di giusto e di buono».