Landini (Cgil): salario minimo, non si può essere poveri lavorando

Landini (Cgil): salario minimo, non si può essere poveri lavorando

Roma – Manifestazione organizzata dalla Cgil contro le scelte del governo Meloni a Roma. Centomila – secondo gli organizzatori – i partecipanti che hanno intonato un coro invocando “sciopero, sciopero”. “È arrivato il momento di introdurre un salario orario minimo sotto il quale nessun lavoratore possa essere pagato: 5-6 euro all’ora sono paghe da fame, inaccettabili”, ha detto il segretario generale della Cgil, Maurizio Landini, dal palco di piazza San Giovanni, “denunciando anche quello che sta accadendo al Cnel: il governo anziché assumersi la responsabilità di convocare le parti sociali e dire cosa vuole fare sui contratti, sulla legge sulla rappresentanza, sul salario minimo, ha subappaltato il suo ruolo al Cnel. E’ un attacco alla libera azione dei lavoratori”. “Dobbiamo riaffermare un punto: chi produce la ricchezza di un paese è chi lavora, non è la finanza e per questo la ricchezza prodotta da chi lavora deve tornare a chi lavora. Non si può essere poveri lavorando, non è un lusso e un diritto, è la democrazia, è la libertà”. Lo ha detto Maurizio Landini in un altro passaggio del suo intervento dal palco. Ha poi ricordato la “battaglia fondamentale” contro le morti sul lavoro, “80 morti al mese, una strage” e definito “inaccettabile” il taglio della spesa sanitaria inserito nella Nota di aggiornamento al Documento di economia e finanza (Nadef). Spazio anche per il tema dell’alluvione in Emilia-Romagna: “”Sono passati mesi, gli unici soldi che gli alluvionati hanno visto sono quelli dei Comuni e delle Regioni, dallo Stato non hanno ancora visto un euro”. “Faccio fatica a trovare le parole per l’emozione e la felicità di vedere una piazza così enorme. Non tutti riusciranno a entrare per le tante persone arrivate. Non ci ha obbligato nessuno, non ci ha obbligato il medico, ognuno di noi ha scelto di essere qui insieme. Non siamo qui per protestare, noi siamo qui per cambiare la situazione. Noi tutti che oggi siamo qui, così tanti, dobbiamo dire una cosa precisa, dobbiamo prendere tutti insieme impegno preciso: con oggi non finisce la lotta per l’applicazione della Costituzione, comincia la lotta per l’applicazione della Costituzione e questo significa fare una lotta territorio per territorio, luogo per luogo, dove i diritti fondamentali li pratichiamo. Abbiamo il dovere di cambiare il paese, la società che con scelte sbagliate ha aumentato le disuguaglianze. È il momento di uscire dalla rassegnazione, dall’idea che non si può cambiare, che bisogna subire. Cio che ci unisce qui è la Costituzione”, che va “difesa e attuata”. Così il segretario generale della Cgil, Maurizio Landini: “Questa è la piazza che vuole unire tutto ciò che è diviso, che vuole cambiare il paese, questa è la piazza di chi paga le tasse e per questo vogliamo essere ascoltati”.