Uil Lombardia: riduzione del precariato, meno tasse nei rinnovi contrattuali

Milano. Il salario minimo è tra i temi caldi della politica da qualche tempo. Come lo è la posizione della UIL in merito che ribadisce l’importanza dello strumento, ma rilancia anche su altre misure evidenziando i numeri drammatici sull’occupazione a Milano pur con l’Istat che sottolinea che l’occupazione è aumentata, ma non stabile. In particolare si evidenzia come i rapporti a tempo indeterminato tra assunzioni e cessazioni sono diminuiti e non aumentati come dice la Regione, mentre sono aumentati i rapporti a tempo determinato e instabili dove spesso il sindacato non è presente. E in merito ai contratti, si rileva come molti sono “pirata” con conseguenze devastanti per i lavoratori che portano ad aumentare la precarizzazione e aumentano le fasce di povertà. E in tutto questo, il tema dei salari evidenzia come questi siano fermi a prima della pandemia con una inflazione prima al 12 % ora al 6,8 % che ha mangiato tutto il potere di acquisto dei salari dei lavoratori. Nella sola Lombardia i numeri del 2022 (oggi decisamente in crescita) fotografano una situazione che sottolinea che dei 494 mila occupati in più, solo 4mila sono indipendenti, tutti gli altri sono lavoratori dipendenti. E fra questi i contratti a termine sono 448mila, mentre i contratti a tempo indeterminato sono 42mila. “La posizione della UIL sul salario Minino – ha sottolineato nel suo intervento il segretario generale UIL Lombardia Enrico Vizza – è chiara da sempre. Il salario minimo per legge è uno strumento se collegato coi contratti nazionali di categoria, altrimenti rischia di indebolire i diritti dei lavoratori, come il mantenimento del posto di lavoro, le ferie, il TFR. Quanto dovrebbe essere? Dovrebbe coincidere con i minimi contrattuali dei contratti maggiormente rappresentativi. E parlo di contratti firmati da organizzazioni sindacali maggiormente rappresentative. Non apriamo scenari in cui le aziende preparano una lettera di assunzione, dove indicano la parola “Salario Minimo” e dicono addio alle norme dei contratti. Ci sono tre grandi temi che per la UIL vanno affrontati e che esprimo in questa occasione di confronto: la riduzione del precariato (penso alla riforma spagnola che servirebbe anche in Italia), la detassazione degli aumenti dei rinnovi contrattuali Nazionali e di Secondo livello e il rafforzamento del rispetto dei Contratti, quelli sottoscritti dalle Organizzazioni maggiormente rappresentative se vogliamo che gli importi del netto in busta paga aumenti. Senza un’azione di questo tipo, il solo salario minimo sarà solo un metodo che non produrrà rapporti di lavoro stabili e solidi con aumenti significativi”.