Salario minimo, Meloni: coinvolgere le parti sociali

Salario minimo, Meloni: coinvolgere le parti sociali

Roma – In sessanta giorni, il tempo del rinvio della discussione in Parlamento sul salario minimo, si possono «coinvolgere le parti sociali» per arrivare a una proposta di legge da sottoporre a Parlamento e Governo per dare piena attuazione all’articolo 36 della Costituzione («il lavoratore ha diritto ad una retribuzione proporzionata alla quantità e qualità del suo lavoro e in ogni caso sufficiente ad assicurare a sé e alla famiglia un’esistenza libera e dignitosa»), scrive Il Sole 24 Ore. Così la premier Giorgia Meloni al tavolo con le opposizioni proponendo un percorso con il Cnel per arrivare a una proposta condivisa per i salari. «A differenza di chi dall’opposizione propone il salario minimo ma al governo non lo ha fatto, abbiamo dimostrato di tenere a questa materia», aggiunge la presidente del Consiglio. «Ho incontrato le opposizioni per dire loro che il governo è disponibile, ma questo non vuol dire che loro devono rinunciare alla loro proposta o io debba dire questa è la mia. Mi pare un segnale di attenzione su una materia che mi sta a cuore». «Sento parlare di salario minimo e di lavoro povero e non si prende in considerazione il fatto che per lavoro povero si intende il reddito che hai in famiglia, il che non significa quanto ti pagano a ora: puoi venire pagato sopra i 9 euro e essere lavoratore povero. La materia va affrontata perché il problema in Italia c’è». Meloni lo spiega a margine dell’incontro a Chigi sul salario minimo. «L’ho detto ai miei interlocutori, il problema per cui i nostri salari sono più bassi dalla medi europea è perché la nostra crescita è più bassa. Lavoriamo sulla crescita, questa è la strada che bisogna affrontare».