Sea: “Dallo stop al Masterplan di Malpensa perdita di indotto per 4 miliardi”
Milano – Lo stop al Masterplan di Malpensa 2035, deciso dalla Commissione VIA del Ministero dell’Ambiente, porterà a una perdita di Pil di 4 miliardi per l’indotto aeroportuale del settore cargo e a circa 3mila occupati previsti in meno. Sono le stime di una ricerca della Liuc, l’Uninversità Carlo Cattaneo di Castellanza, rese note dall’amministratore delegato di Sea Spa Armando Brunini nel corso della commissione comunale convocata per l’analisi del provvedimento ministeriale adottato a giugno e che limita lo sviluppo territoriale dello scalo impedendone l’estensione in 40 ettari aggiuntivi di brughiera ‘vergine’ e difesa da diversi sindaci e comitati locali dell’area confinante con l’aeroporto. “Per quanto riguarda l’impatto diretto su Sea della decisione stimiamo un danno limitato, tra 10 e 15 milioni di fatturato annui e non ci mette in crisi considerando che in epoca pre pandemia il fatturato complessivo superava i 700 milioni di euro. – ha spiegato Brunini – Il problema vero si verifica nell’indotto che non si potrà sviluppare a causa delle restrizioni imposte allo all’area cargo: dallo scalo varesino transita il 60 per cento del traffico cargo merci italiano e, quando avremo raggiunto la saturazione entro 5 anni, gli operatori, di cui alcuni hanno già detto che stanno guardando altrove e delocalizzarsi, si rivolgeranno ad altri scali europei come Amsterdam e Francoforte perché, limitando le possibilità operative di Malpensa, gli importatori e gli esportatori impiegheranno un paio di giornate di più per le attività di spedizione e ciò potrebbe determinare anche una perdita competitiva con un 15 per cento di costi in più”. “Malpensa è l’unico scalo del Paese in grado di assumere un ruolo su scala europea e le conseguenze sono gravi, dal nostro punto di vista: sul fronte dello sviluppo la botta è notevole. Sea dovrà rinunciare a circa 100 milioni di euro per lo sviluppo del cargo di cui, ci tengo adirlo, 20 andavano in opere di compensazione a favore del territorio”. Brunini conclude: “In ogni caso non abbiamo un approccio ‘masochistico’: se ci fossero state alternative per potenziare lo scalo cargo modificando il progetto, le avremmo prese in considerazione ma purtroppo di valide non ce ne sono per ragioni di sicurezza. Queste valutazioni sono condivise con Enac”. Per quanto riguarda l’impatto sull’area passeggeri, Brunini ha spiegato che le prescrizioni della commissione ministeriale non impattano sull’area passeggeri: “Per questo settore il piano è stato approvato completamente e questo ci consentirà di arrivare fino a 40 milioni di passeggeri se la domanda seguirà gli scenari ipotizzati: è una bella crescita rispetto ad oggi”.