FEDERMACCHINE: bene il 2022, ancora in crescita il 2023 ma rallenta

FEDERMACCHINE: bene il 2022, ancora in crescita il 2023 ma rallenta

Milano – Nel 2022, l’industria italiana del bene strumentale ha proseguito con il trend di crescita registrato a partire dal 2021 e, nonostante l’evidente rallentamento del ritmo di espansione, anche il 2023 chiuderà con segno positivo. Questo è quanto emerge dai dati elaborati dal Gruppo Statistiche FEDERMACCHINE e presentati, questo pomeriggio, in occasione della Assemblea soci della federazione. Accanto al presidente FEDERMACCHINE Giuseppe Lesce, è intervenuto il vicepresidente di CONFINDUSTRIA, Maurizio Marchesini. Nel 2022, il fatturato del comparto si è attestato ad un valore pari a 55,4 miliardi di euro, registrando un incremento del 10,7% rispetto al dato del 2021, segnando così un nuovo record. Le esportazioni, cresciute, dell’8,4%, a 35,6 miliardi di euro, hanno superato il risultato del 2018, segnando così un nuovo primato. Ottima la performance delle consegne dei costruttori italiani sul mercato interno che, trainate dal consumo, hanno raggiunto il valore di 19,8 miliardi di euro, pari al 15,2% in più rispetto al 2021. La domanda espressa dal mercato domestico è cresciuta ancora, arrivando al nuovo record di 31,7 miliardi di euro, il 18,1% in più rispetto all’anno scorso. Anche l’import ha beneficiato della vivacità della domanda interna attestandosi a 11,9 miliardi, il 23,1% in più rispetto al 2021. Le imprese italiane del settore hanno però dimostrato di saper ben presidiare il mercato locale, come evidenziato dal dato import/consumo che si è attestato al 37,6%. Il rapporto export/fatturato è sceso, di circa un punto percentuale, a 64,3%. Nel 2023 proseguirà ancora il trend positivo, sebbene il ritmo di espansione risulti in chiaro rallentamento. In particolare, il fatturato crescerà a 57,7 miliardi (+ 4,1% rispetto al 2022). L’export, atteso in crescita del 3%, si attesterà a 36,7 miliardi di euro. Il consumo interno raggiungerà il valore di 33,5 miliardi di euro (+5,6%). Ne beneficeranno sia le importazioni, attese in crescita, del 4,8%, a 12,5 miliardi di euro, sia le consegne dei costruttori che dovrebbero arrivare al valore di 21 miliardi, +6,1% rispetto all’anno precedente. Con riferimento alla distribuzione delle vendite, nel 2022, la quota di fatturato realizzata in Italia si è attestata al 35,7%. Il 27,2% del totale è stato destinato agli altri paesi dell’Unione Europea. L’Area-UE ha assorbito quindi circa il 63% del fatturato italiano di settore. Segue l’export in America settentrionale (11,1%) e in Asia (9,7%); l’Europa Extra-UE ha acquisito il 7,9% del totale. Nel 2022, l’export italiano di comparto è cresciuto in tutti i principali mercati ad esclusione di Cina e Regno Unito. Meglio di tutti, in termini di incremento, hanno fatto Messico e India. Principali mercati di destinazione sono risultati: Stati Uniti (4,7 miliardi di euro, +17,1%); Germania (3,8 miliardi, +8,6%); Francia (2,4 miliardi, +11,9%); Cina (1,9 miliardi, -6,2%); Turchia (1,5 miliardi, +7%). Giuseppe Lesce, presidente FEDERMACCHINE, ha così commentato: “i dati appena presentati ci dicono che l’industria italiana del bene strumentale ha completamente superato lo shock dell’emergenza sanitaria ed è, anzi, stata protagonista di una performance davvero convincente nel biennio 2021-2022. Anche il 2023 sarà positivo sia grazie al mercato interno sia a quello estero”. “Con riferimento al mercato domestico – ha continuato Giuseppe Lesce – gli incentivi 4.0 hanno funzionato e stanno funzionando molto bene. Accogliamo quindi con favore l’idea di destinare a favore di queste misure un plafond adeguato di risorse disposte dalla rivisitazione del PNRR che dovrebbe essere integrato con i fondi Repower EU per la transizione energetica”. “A nostro avviso dovrebbe essere previsto, in via strutturale, un sistema modulare di incentivi fiscali che possano essere tra loro combinati e cumulati e che premino maggiormente chi investe in nuove macchine ove la digitalizzazione è anche abilitatore di sostenibilità. Nello specifico riteniamo che alla prima misura – che è quella attualmente in vigore e che consiste nel credito di imposta per gli investimenti in tecnologie di produzione digitali di ultima generazione – debba aggiungersi un secondo credito di imposta per gli investimenti in macchinari che vengono integrati tra loro per dar vita ad un sistema che implementa le due catene del valore, fisica e digitale. Infine, ci dovrebbe essere una terza misura che garantisca un credito di imposta per la sostenibilità, così da spingere le aziende verso la green manufacturing, in linea con le direttive europee”. “Sul fronte estero, le nostre imprese, già campioni di export, devono poter cogliere le opportunità ancora inespresse da mercati tradizionali e emergenti. La recente ricerca Ingenium, realizzata da Confindustria e FEDERMACCHINE, ha messo in luce un potenziale di 16 miliardi di export non ancora realizzato che è certamente alla portata delle imprese del comparto. Queste opportunità – ha concluso Giuseppe Lesce – riguardano sia la domanda di paesi avanzati sia di aree emergenti, tutti già presidiati dalle imprese del settore. È chiaro però che, a fronte dell’impegno che le aziende del comparto metteranno in questa nuova sfida, che prevede evoluzioni anche nel modello di business, occorre comunque un supporto da parte del sistema paese, penso tra gli altri a ICE Agenzia, Sace e Simest, per sostenerle nella loro attività di internazionalizzazione”. L’assemblea di FEDERMACCHINE coincide con il rinnovo delle cariche sociali. Candidato unico alla presidenza della federazione per il biennio 2023-2024 è Bruno Bettelli, cofondatore presidente e CEO di I-tech di Sassuolo (MO). Bruno Bettelli sarà eletto dalla Assemblea privata che si riunirà dopo l’Assemblea pubblica.