Abi: 2/3 dei mutui italiani e’ a tasso fisso

Abi: 2/3 dei mutui italiani e’ a tasso fisso

Roma – In occasione dell’Assemblea annuale dell’Abi (Associazione Bancaria Italiana), il presidente, Antonio Patuelli ha fatto il punto sulle sfide per il settore bancario e non solo. Tra i punti toccati: la lotta all’inflazione, lo stato di salute delle banche italiane, i tassi sui mutui notevolmente cresciuti in seguito alle politiche della BCE e la disponibilità degli istituti bancari ad allungare la durata dei mutui. Nel suo discorso di apertura dell’Assemblea dell’Abi, il Presidente Patuelli ha dichiarato: “Le banche in Italia mantengono quasi i 2/3 dei mutui a tasso fisso, con tassi di raccolta in continuo aumento, e, su richiesta, possono allungare la durata dei mutui per chi è in regola con i pagamenti o realizzare surroghe“. Il commento arriva in seguito al commento del vicepremier e ministro delle Infrastrutture, Matteo Salvini, che ieri, ha dichiarato che sta lavorando con il ministero dell’Economia “per allungare le rate di chi ha un mutuo a tasso variabile“. Sullo stato di salute degli istituti bancari in seguito alle recente crisi in USA ed Europa, Patuelli ha commentato così: “Le banche sono impegnate nel progressivo rafforzamento degli indici patrimoniali, indeboliti dagli aumenti dei tassi che riducono i valori dei portafogli innanzitutto di Titoli di Stato, e in preparazione dell’entrata in vigore di Basilea 3, anche se ne abbiamo ottenuto dei significativi miglioramenti”. Chiediamo – ha aggiunto Patuelli – che le regole di Basilea siano applicate ugualmente in America e in Europa“. Le banche italiane, ha proseguito, “vengono da anni difficilissimi per crisi di imprese e del debito sovrano, recessioni, epidemie, catastrofi naturali, cui hanno fatto e fanno fronte con grandi aumenti di capitale, accantonamenti e ristrutturazioni sempre socialmente rispettose” e, salvo nel caso di una banca nazionalizzata, le banche hanno dovuto farsi carico “delle forzate risoluzioni e degli altri oneri delle crisi e dei salvataggi di banche concorrenti”. Il Presidente dell’Abi, ha inoltre sottolineato, che “le banche sono impegnate nel garantire cospicui livelli di liquidità anche a medio e lungo termine, sempre più preziosa e costosa dopo le decisioni della Bce, quando stanno esaurendosi i divenuti più onerosi programmi europei di finanziamento TLTRO, con rischi, che le banche combattono, di razionamento del credito”. Non è mancato anche un riferimento alle politiche della BCE, che ha recentemente confermato un ulteriore aumento dei tassi di 25pb, anche nel meeting di luglio. “Più crescono i tassi, più aumentano anche il rischio di credito ed il costo del debito pubblico”. Ha evidenziato Patuelli, nel suo discorso all’Assemblea dell’Abi. Secondo il Presidente dell’Abi, “la lotta all’inflazione non può dipendere esclusivamente dalle politiche monetarie: occorrono strategie rigorose contro ogni evasione fiscale, per la riduzione del debito pubblico in rapporto al Pil e in cifra assoluta, e contro la spirale di crescita dei prezzi, quando l’euro è più robusto della vecchia lira italiana e limita l’inflazione”. Patuelli ha inoltre segnalato come “saggia, autorevole, coerente e lungimirante la posizione della Banca d’Italia per evitare eccessive strette monetarie e penalizzazioni del Pil”.