Salini (Fi-Ppe): nuova direttiva qualità dell’aria spazzerebbe via le industrie più green d’Europa
Bruxelles – «Stupisce che i rappresentanti di un’istituzione importante come la Commissione europea non comprendano come l’applicazione pedissequa dei contenuti della nuova Air Quality Directive comporterebbe la desertificazione industriale. Secondo stime di Regione Lombardia, per rispettare i nuovi parametri dovrebbe chiudere il 75% delle attività economiche. Oggi come Ppe abbiamo votato contro il testo perché lo giudichiamo pericoloso e avulso dalla realtà. E’ infatti la conformazione geografica del bacino padano a rendere insostenibili i nuovi target proposti a tavolino. Si tratta di un problema morfologico, di conformazione del territorio, non di emissioni, dato che le nostre imprese sono le più sostenibili d’Europa, modello di innovazione verde riconosciuto in tutto il mondo. Se negli uffici di Palazzo Berlaymont non vi è la capacità di combinare la morfologia delle aree geografiche con la sostenibilità economico-sociale, restano due possibilità: o abbattiamo le Alpi, o chiudiamo tutte le attività economiche del Nord Italia, cuore pulsante dell’economia europea. Invitiamo l’esecutivo Ue a non coprirsi di ridicolo e a rivedere sostanzialmente i nuovi target: servono pragmatismo e flessibilità, e la maturità politica di dare corpo al principio di sussidiarietà previsto dai trattati Ue, sedendosi al tavolo con le Regioni per individuare insieme una soluzione praticabile. Le Regioni del Nord sono tra gli enti che hanno attuato gli sforzi maggiori per migliorare la qualità dell’aria. L’obiettivo della Commissione deve essere quello di sostenere, non ostacolare questi tentativi virtuosi, senza insistere con obiettivi irrealistici che, per essere raggiunti, implicherebbero un sostanziale smantellamento del cuore pulsante della manifattura italiana ed europea». E’ quanto dichiara l’eurodeputato di Forza Italia-Ppe Massimiliano Salini a seguito del voto oggi nella Commissione Ambiente del Parlamento europeo sulla nuova proposta Air Quality Directive