Ue, svolta per i rider: saranno dipendenti

Ue, svolta per i rider: saranno dipendenti

Bruxelles – Una vera e propria rivoluzione è alle porte per il lavoro dei rider. I ministri del Lavoro Ue hanno raggiunto l’accordo sulle nuove regole a tutela dei rider e dei lavoratori delle piattaforme come Uber, Deliveroo e Glovo. Lo annuncia la presidenza di turno svedese del Consiglio Ue. Tra i punti principali della posizione comune dei Ventisette vi è l’inquadramento, secondo determinati criteri, dei lavoratori della gig economy come dipendenti, e non più come autonomi. Stabilite anche le prime norme sull’uso dell’intelligenza artificiale da parte delle piattaforme. Il via libera dei ministri apre ora la strada ai negoziati con il Parlamento e la Commissione Ue per l’intesa finale. “Attualmente – evidenzia il Consiglio in una nota -, la maggior parte dei 28 milioni di lavoratori su piattaforma dell’Ue, inclusi tassisti, lavoratori domestici e rider di consegne di cibo, sono formalmente lavoratori autonomi, tuttavia, alcuni di loro devono rispettare molte delle stesse regole e restrizioni di un lavoratore subordinato”. Una circostanza, sottolineano i ministri, che “indica come loro hanno effettivamente un rapporto di lavoro e dovrebbero quindi godere dei diritti del lavoro e della protezione sociale concessi ai lavoratori ai sensi del diritto nazionale e dell’Ue”. Secondo l’orientamento generale dei Ventisette, “si presumerà” dunque “che i lavoratori siano dipendenti di una piattaforma digitale – e non lavoratori autonomi – se il loro rapporto con la piattaforma soddisfa almeno tre dei sette criteri stabiliti nella direttiva. Questi criteri includono: limiti massimi sulla quantità di denaro che i lavoratori possono ricevere; restrizioni sulla loro capacità di rifiutare il lavoro; regole che ne disciplinano l’aspetto o il comportamento. “Nei casi in cui si applica la presunzione legale – viene specificato -, spetterà alla piattaforma digitale dimostrare che non esiste alcun rapporto di lavoro secondo la legislazione e la prassi nazionale”. I ministri sottolineano inoltre l’importanza che “i lavoratori siano informati sull’uso di sistemi automatizzati di monitoraggio e decisionali”, e che gli algoritmi siano “monitorati da personale qualificato, che gode di una protezione speciale da trattamenti avversi”.