I sindaci delle grandi città contro gli affitti brevi
Milano – E’ dai sindaci delle metropoli e delle città d’arte – scrive il quotidiano la Repubblica – che parte l’ultimo assalto agli affitti brevi: «Serve una legge nazionale», dicono da Venezia a Bologna, da Milano a Napoli. Non per colpire il piccolo proprietario che con l’affitto di un appartamento arrotonda lo stipendio, quanto per arginare i big player che gestiscono decine di alloggi. E non a caso la proposta di questa legge pensata da urbanisti, architetti, associazioni e giuristi della campagna “Alta tensione abitativa” arriva dalla Laguna, rilanciata ieri a Bologna dall’“alleanza municipalista” di 11 città unite in un piano sull’abitare che va dall’edilizia residenziale pubblica alla lotta ai micro-affitti, appunto. Cosa dice la legge ce lo spiega Giacomo Maria Salerno, ricercatore e attivista di Ocio, Osservatorio civico su casa e residenza: «Abbiamo immaginato una legge quadro che affronta per la prima volta, in linea con le esperienze estere, non la questione fiscale ma quella della residenzialità. Alle singole amministrazioni si lascia il potere di dividere le città in zone e stabilire per ognuna un tetto massimo di affitti brevi autorizzati per 5 anni, evitando che una sola persona ottenga decine di autorizzazioni. Chi invece affitta la propria casa di residenza o la condivide potrà farlo per un massimo di 90 giorni l’anno senza autorizzazioni». (…) Venezia, ad esempio, già dalla scorsa estate, grazie all’emendamento Pellicani (Pd) al ddl Aiuti, gode di un regime speciale che permetterebbe di stabilire un limite di 120 giorni l’anno per gli affitti brevi. Da allora però poco o nulla è cambiato perché il Comune non ha applicato la norma. E sulla mappa la Venezia insulare è ancora un’unica macchia rossa di puntini. Gli alloggi censiti da Inside Airbnb sono 7.286, 5 mila gestiti da host che ne affittano più d’uno. (…) «Troppe case vengono tolte a chi qui vuol vivere non solo 5 giorni durante il Salone del Mobile», dice Beppe Sala.