Milano, case popolari: Regione contro Comune

Milano – Risposta – sul Corriere Della Sera – a stretto giro della Regione alle proposte del Comune di Milano sulle case popolari. «Se vinceranno alle Regionali allora potranno approvare la delibera di giunta che consentirà loro di dare il 50% del patrimonio immobiliare di Mm a persone non con un reddito fino a 16 mila euro l’anno — come previsto dalla legge regionale — ma a lavoratori con Isee fino a 26 mila annui». L’assessore alla Casa di Regione Lombardia, Alan Rizzi, da poche settimane passato da Forza Italia alla Lega, dice no alla proposta lanciata su queste pagine dal suo omologo del Comune di Milano, Pierfrancesco Maran, che vuole destinare 2.300 alloggi popolari di Mm — su 5 mila ad oggi ancora vuoti (altri 10 mila sono di proprietà di Aler, ndr) — a lavoratori con redditi bassi affinché, accedendo a prestiti per la ristrutturazione — su cui c’è la detrazione Irpef sul 50% del totale —, possano usufruire di affitti scontati per periodi lunghi (al momento — aveva spiegato Maran — si ragiona su contratti di affitto 4+4, rinnovabili). Un provvedimento che l’assessore milanese alla Casa porterà in giunta comunale a febbraio con l’obiettivo di arrivare all’estate pronti per partire con l’assegnazione delle 2.300 case popolari «preferibilmente collocate in condomini misti», cioè quelli che prevedono una quota maggioritaria di case private a cui si affianca una parte di case di proprietà comunali. Assegnazione che, nei piani di Maran, dovrebbe avvenire «in 18 mesi». Ma il progetto non piace a Rizzi, che contesta da un lato l’elevato numero di case che il Comune di Milano destinerà a lavoratori con redditi bassi e non a indigenti. E dall’altro critica aspramente le tempistiche con cui Palazzo Marino pensa di poter assegnare gli alloggi. (…)