Confcommercio: concentrare le risorse sul caro-energia
Roma – L’azzeramento degli oneri generali di sistema nel settore elettrico per il primo trimestre 2023, dettato dall’articolo 3 del disegno di legge di bilancio per il 2023, è limitato alle sole utenze con potenza disponibile fino a 16,5 kilowatt. Pur evidenziando che il testo “è caratterizzato da una giusta concentrazione delle risorse mobilitabili sul versante delle misure di contrasto degli impatti del caro-energia”, Confcommercio chiede dunque un correttivo sottolineando che “l’esclusione delle utenze con potenza disponibile superiore comporta che gran parte del sistema produttivo del Paese non potrà far conto sul beneficio dell’azzeramento di oneri che rappresentano circa il 25% del totale dei costi della bolletta elettrica. E ciò nel contesto di uno scenario in cui, ad esempio, le nostre rilevazioni mostrano come tutte le categorie delle imprese del terziario di mercato abbiano subito, nell’ultimo trimestre, un incremento medio del costo delle forniture di energia elettrica ricompreso tra il 65% e oltre il 70%. Nel confronto con il mese di novembre dello scorso anno, il costo della bolletta elettrica ha poi raggiunto incrementi talvolta maggiori anche del 200%”. Nelle Commissioni riunite Bilancio di Camera e Senato proseguono le audizioni sui contenuti del Ddl Bilancio per il prossimo anno. Per il segretario generale di Confcommercio-Imprese per l’Italia, Luigi Taranto, “la conferma di una crescita congiunturale di mezzo punto percentuale, nel terzo trimestre dell’anno, è un risultato importante per l’economia italiana. Esso è rafforzato dall’aumento del numero di occupati ad ottobre, anche se preoccupano le difficoltà del lavoro autonomo. Sono performance che evidenziano il ruolo del terziario di mercato nel promuovere importanti accelerazioni del livello dell’attività produttiva diffuse a molti settori. Ma l’inflazione core, sebbene al di sotto della media europea, è ormai oltre il 6%. Gli impatti negativi sulla spesa delle famiglie – e quelli conseguenti sul PIL – sono certi. A causa di un peggiore profilo dei consumi, le nostre valutazioni per il 2023 sono però meno favorevoli di quelle della Nadef, con un PIL in crescita dello 0,3% a fronte dello 0,6% dei documenti ufficiali”. “Come è noto – ha proseguito Taranto – i margini d’intervento della finanza pubblica sono stretti. Riteniamo, allora, corretta la concentrazione delle risorse mobilitabili sul versante del contrasto degli impatti del caro-energia. Sollecitiamo, comunque, ogni utile rafforzamento delle misure messe in campo. E ciò con particolare riferimento ai crediti d’imposta ‘energetici’ ed alla estensione della sterilizzazione degli oneri generali di sistema nel settore elettrico a tutte le utenze con potenza disponibile superiore ai 16,5 kW. Richiamiamo, inoltre, la necessità di prorogare, almeno per tutto il 2023, la data prevista per il superamento della maggior tutela di prezzo per le forniture di energia elettrica delle microimprese con potenza pari o inferiore ai 15 kW. Quanto al contributo di solidarietà temporaneo introdotto per il 2023 dall’articolo 28, evidenziamo che vengono assoggettate a tassazione anche le imprese che esercitano esclusivamente l’attività di distribuzione e commercio di prodotti petroliferi. Ma tali imprese operano all’interno della filiera della distribuzione di carburanti come meri price taker, non trovandosi, quindi, nella possibilità di influenzare il prezzo di mercato. Del resto, lo stesso Regolamento (UE) 2022/1854 ha tracciato un chiaro perimetro per individuare i soggetti interessati dalla misura solidaristica, escludendo chiaramente la catena intermedia di distribuzione e rivendita dei carburanti. L’articolo 28 va, dunque, conseguentemente rivisto.” “Bene – ha proseguito Taranto – lo stanziamento di 200 milioni di euro in favore delle imprese di autotrasporto per mitigare gli effetti del caro gasolio impiegato in veicoli di categoria euro 5 o superiore. Ne andrebbe esplicitamente prevista la possibilità di fruizione da parte delle imprese attraverso lo strumento del credito d’imposta. Le tensioni sui mercati energetici stanno però colpendo duramente tutto il sistema dei trasporti. Interventi di sostegno andrebbero, dunque, disposti anche in favore del trasporto marittimo, del trasporto ferroviario e per il trasporto combinato via mare e via ferro. Da rafforzare anche le dotazioni per il Fondo unico nazionale per il turismo di parte corrente e per il settore della cultura. Gli impatti delle modifiche apportate alla disciplina del superbonus evidenziano, tra l’altro, la necessità di un intervento di proroga del termine del 25 novembre 2022 per l’effettuazione della CILA”. “Lo scenario dell’attuale crisi energetica – ha osservato ancora il segretario Generale di Confcommercio – aggrava, comunque, i rischi di crisi d’impresa, nel nostro Paese, per i prossimi anni. In tale contesto, è, allora, necessario prorogare, anche per gli esercizi 2022 e 2023, le norme ‘emergenziali’ temporanee in materia di capitale sociale ed ammortamenti. Il fabbisogno di liquidità correlato agli abnormi rincari del prezzo dell’energia permane poi elevato. La dotazione per il Fondo di garanzia per le PMI andrebbe, allora, incrementata dagli attuali 800 milioni di euro ad un miliardo. Andrebbero inoltre potenziati – attraverso ulteriori interventi di garanzia pubblica – gli strumenti già esistenti in favore della ristrutturazione dei prestiti. Va poi ribadita la necessità di riattivare con urgenza la c.d. moratoria ex-lege dei debiti bancari. Tale intervento andrebbe negoziato anche a livello europeo”.