Morto operaio di 61 anni, dell’indotto Fincantieri, protesta dei sindacati

Stabilimento Fincantieri a Palermo/ ANSA RUGGERO FARKAS

Morto operaio di 61 anni, dell’indotto Fincantieri, protesta dei sindacati

Palermo – Morto un operaio dell’indotto alla Fincantieri. Angelo Salamone, 61 anni, ha perso la vita al porto mentre stava effettuando un intervento su una nave: i sindacati di categoria Fim Fiom Uilm Uglm e Failms di Palermo hanno dichiarato 8 ore di sciopero per lunedì (12 dicembre), mentre Fim Fiom Uilm nazionali hanno dichiarato lo sciopero di 8 ore in tutti i cantieri italiani di Fincantieri. L’operaio era un dipendente di una ditta dell’indotto, la Doro Maris, e secondo una prima ricostruzione gli sarebbe caduta addosso una pesante lastra di lamiera, che lo ha schiacciato senza lasciargli scampo. Un incidente sul lavoro – l’ennesimo in Italia – che scatena la protesta dei sindacati. “Un altro morto sul lavoro è inaccettabile. Un Paese in cui mediamente muoiono sul lavoro tre persone al giorno, non può essere considerato un Paese civile e non è accettabile rischiarare la vita o perderla semplicemente per portare a casa uno stipendio. E tutto questo è amplificato enormemente quando i lavoratori sono dipendenti di ditte in appalto” perché “le dinamiche che governano le politiche e le pratiche degli appalti non fanno altro che comprimere i costi”, è la dura presa di posizione di Fim Fiom e Uilm nazionali. Che aggiungono: “Fincantieri non può non sentirsi anch’essa responsabile e deve arrestare questa dinamica fuori controllo della esternalizzazione delle attività, convocare un tavolo permanente con i sindacati per definire un accordo quadro generale che riconduca alla normalità la dinamica degli appalti, estendere le tutele sulla sicurezza definite nel contratto aziendale anche ai lavoratori delle ditte in appalto, che non possono essere considerati di seconda fascia. I sindacati da anni chiedono un accordo che determini una riduzione del numero degli appalti e quindi del numero dei lavoratori in appalto. La tragedia porta a dire che questo tavolo non è più rimandabile”. I sindacati rimarcano che “anche la politica ed il Governo devono battere un colpo, sulla salute e sicurezza è necessario investire con la formazione e per aumentare l’irrisorio numero degli ispettori del lavoro. Nello stringerci, noi, e tutte le lavoratrici e lavoratori di Fincantieri alla famiglia del lavoratore ed esprimendo il più profondo e sentito cordoglio, come Fim Fiom Uilm nazionali proclamiamo un’intera giornata di sciopero in tutti i cantieri ed in tutti i siti di Fincantieri. E scioperiamo per lanciare un grido disperato ed indignato: è ora che venga ascoltato”. Sul fronte della sicurezza i numeri dell’Inail parlano chiaro: nei primi 6 mesi di quest’anno hanno superato quota 6.200 le denunce di infortunio a Palermo, il doppio circa del 2021 quando furono 3.970. Tredici gli incidenti mortali (ma i dati devono essere ancora aggiornati a novembre) mentre le denunce per malattie professionali (circa 170) mantengono un trend costante rispetto allo scorso anno. “Lo ribadiamo a ogni occasione – conclude La Piana – serve puntare sulla patente a punti per premiare le aziende che investono in sicurezza, usare i fondi disponibili, servono gli ispettori e quindi i controlli, la formazione per prevenire. Coinvolgeremo anche la prefettura di Palermo per porre al centro dell’azione di tutti la vita dei lavoratori. Oggi per noi è un giorno di rabbia ma serve reagire subito e garantire la sicurezza in ogni luogo di lavoro”.