Monza – Parlando al Festival delle Regioni e delle Province Autonome a Monza, il presidente Sergio Mattarella, tra l’altro, ha detto: “Ho accolto con piacere l’invito del Presidente Fedriga a partecipare a questo primo Festival delle Regioni e delle Province autonome che manifesta una volontà di collaborazione e di dialogo tra le istituzioni”. “La giornata di oggi ha al centro l’intesa per il riconoscimento della Conferenza quale organo comune delle Regioni e delle Province Autonome. Le firme appena poste dal Presidente e dal Vicepresidente hanno consacrato l’adempimento di quest’oggi. Vorrei sottolineare come, per la prima volta, venga stipulata un’intesa con il consenso unanime delle Regioni ai sensi dell’ottavo comma dell’articolo 117, della Costituzione. Una disposizione quest’ultima che, come tutti sappiamo, riconosce alle Regioni la facoltà di stipulare intese, da ratificare con legge regionale, “per il migliore esercizio delle proprie funzioni, anche con l’individuazione di organi comuni”. Si è compiuto un importante passo avanti sulla strada della collaborazione, con l’esito di conferire maggior peso al sistema regionale, agevolando l’espressione di posizioni condivise”. “Penso anch’io – come i Presidenti Fedriga ed Emiliano – innanzitutto alla pandemia, alla sua fase più drammatica, quando è stata la solidarietà tra le istituzioni a permettere di affrontare una tempesta che ha colpito in maniera violenta e drammatica, primo in Europa, il nostro Paese. Un’emergenza, il Covid, di carattere evidentemente nazionale e che richiedeva innanzitutto l’intervento dello Stato, in modo da potere adottare misure e porre in essere interventi uniformi sull’intero territorio nazionale, uniformi come lo era il contagio. E’ stato importante e, più che opportuno, necessario che i poteri d’urgenza riconosciuti al Governo siano stati, come la legge prevede, esercitati d’intesa con le Regioni. Inoltre, tenuto conto dell’esigenza di assicurare la rapidità e la flessibilità degli interventi, sono stati riconosciuti alle Regioni compiti significativi, da esercitare nel quadro definito dal Legislatore e consolidato attraverso le intese. Alle Regioni è stato tra l’altro chiesto di valutare e adottare misure tempestive in relazione a specifiche situazioni sopravvenute di aggravamento del rischio sanitario verificatesi nel loro territorio. Questo peculiare ruolo riconosciuto alle Regioni, giustificato dal fatto che si era in presenza di un’emergenza di carattere prettamente sanitario, ha comportato un’assunzione di responsabilità politica in merito a scelte spesso non facili e compiute in un momento particolarmente drammatico per la vita dei nostri concittadini. ruolo esercitato in modo che merita riconoscenza, che qui oggi vorrei ribadire, La circostanza che, insieme al Governo e al Parlamento, le Regioni abbiano svolto un ruolo altamente significativo e vi siano state forme di coinvolgimento dei Comuni ha alimentato la fiducia e l’adesione dei cittadini alle decisioni assunte, assai spesso di impatto rilevante sulla vita individuale e collettiva. In quella fase di estrema delicatezza, la Conferenza delle Regioni ha svolto un ruolo di grande rilievo, costituendo per il Governo centrale un interlocutore fondamentale, in grado di mediare tra le diverse sensibilità regionali e di assicurare quell’unità di intenti e di posizioni indispensabile in un momento così critico. Il ruolo istituzionale delle Regioni è risultato sensibilmente accresciuto dalla riscontrata capacità di adottare indirizzi comuni e di operare, pur senza ignorare le differenze, con l’affermazione di un principio di responsabilità nazionale espressa dai territori. La Conferenza si è dimostrata la sede idonea ad assumere decisioni e a individuare soluzioni con rapidità, rafforzando il consenso in merito a scelte, ripeto, non facili ma necessarie. La pandemia ha confermato – qualora ve ne fosse bisogno – come la cifra dei rapporti tra lo Stato e le autonomie sia costituita dalla leale collaborazione e non dalla rivendicazione pregiudiziale in un senso o nell’altro”. “Le diseguaglianze tra le persone e i territori costituiscono le più gravi fonti di inefficienza economica. Il Piano Nazionale consente di affrontarle in modo nuovo, integrando politiche per la crescita e politiche di coesione. Nell’attuazione del Piano le Regioni sono chiamate a fornire un importante contributo. Il prossimo anno il Piano è destinato a entrare nel vivo degli investimenti infrastrutturali che ne costituiscono una componente fondamentale. Non dobbiamo nasconderci le difficoltà sottese a questo impegno che coinvolge tutti i livelli di Governo. La spesa per investimenti nell’ultimo decennio, a motivo delle note ristrettezze di bilancio, è stata ridimensionata in misura considerevole così come sono state fortemente ridotte le assunzioni da parte delle pubbliche amministrazioni. Queste circostanze hanno concorso a ridurre la capacità di spesa delle amministrazioni nel settore degli investimenti”. “Opportunamente il Presidente Fedriga ha definito il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza “un momento straordinario di potenziale sviluppo del nostro Paese”. E va apprezzata la disponibilità della Conferenza a contribuire all’attuazione del Piano favorendo l’integrazione di tutte le politiche pubbliche e uno sviluppo omogeneo dei territori. La leale collaborazione e la disponibilità al dialogo, al confronto e alla collaborazione che le Regioni manifestano meritano di essere fatte proprie da tutti nell’interesse dell’Italia”.