Reintegro di medici e infermieri no-vax: i dubbi della categoria

Reintegro di medici e infermieri no-vax: i dubbi della categoria

Roma – Qualche dissenso sul provvedimento del governo Meloni che ha previsto l’immediato reintegro di medici e infermieri che, a suo tempo, hanno rifiutato il vaccino anti Covid. I medici sospesi sono stati meno di 4 mila su circa 450 mila. Gli infermieri sono stati 2.600 che rientreranno ma il totale è di circa 450.000. Secondo Filippo Anelli, presidente della Federazione degli ordini dei medici, sentito dal quotidiano la Repubblica: “Questo rientro anticipato non ha nessuna rilevanza dal punto di vista degli organici. Ci aspettiamo ben altri provvedimenti dal governo per far crescere gli organici del servizio pubblico”. Secondo Anelli “bisogna ricordare che la norma sull’obbligo vaccinale era figlia di un periodo diverso, a quei tempi i medici morivano e l’interesse collettivo prevaleva su quello del singolo. Riguardo al rientro di questi colleghi nelle strutture dove ci sono persone a rischio, alcune Regioni come la Puglia, prevedono che “chi non ha fatto il vaccino non possa lavorare in certi reparti. Saranno i direttori generali a decidere a che lavoro adibirli”. Fabrizio Pregliasco, professore a Milano e direttore sanitario del Galeazzi, dice di avere “qualche dubbio sulla loro capacità di eseguire la ricerca scientifica. Gli farei fare un corso tipo quelli che si fanno quando perdi la patente. Gli farei seguire lezioni di immunologia e vaccinazione così almeno scoprirebbero le indicazioni della scienza”.