Milano – “Le cronache riportano l’ennesima aggressione ad una lavoratrice di ATM colpevole solo di fare il suo lavoro, cioè fermare una persona che tentava di entrare in metropolitana, a Loreto, senza biglietto. Per effetto di ciò – scrive in una nota Angelo Piccirillo, segretario della Filt Cgil di Milano – la lavoratrice è stata presa a pugni e minacciata di violenze ancora peggiori. La sera prima, in Centrale,solo la presenza di più addetti ATM ha evitato che la situazione degenerasse di fronte a due passeggeri aggressivi. Ci chiediamo se le lavoratrici e i lavoratori del TPL siano messi nelle condizioni di sicurezza adeguate per svolgere il proprio lavoro, visto che ogni volta che lo fanno vengono, “se va bene” insultati, altrimenti aggrediti fisicamente. Il fenomeno è molto più ampio di quanto dicano le statistiche ufficiali che prendono in considerazione solo i casi della massima gravità. La realtà ci dice che le aggressioni verbali e le minacce sono all’ordine del giorno e se esse non lasciano cicatrici sul corpo lo fanno sicuramente nel morale, nella psiche delle lavoratrici e dei lavoratori. Con quale spirito il personale di ATM può fermare una persona senza biglietto, avendo la certezza che sarà fatto oggetto di insulti, minacce o botte, spesso impunemente, visto che i tempi di intervento delle procedure aziendali, e di conseguenza delle forze dell’ordine, spesso lasciano il delinquente a piede libero? Proprietà ed Azienda si dovrebbero chiedere dunque perché una lavoratrice ed un lavoratore debbano subire giornalmente tutto questo invece di stupirsi se si lasciano passare persone senza titolo di viaggio o se non si trova personale disposto a fronteggiare tutto questo, al netto del problema delle retribuzioni. Nei doveri che il dipendente ha verso l’Impresa non ci può essere anche il rischio dell’incolumità individuale e soprattutto, ci si aspetta che il dipendente aggredito abbia il massimo sostegno, se necessario anche legale, da parte dell’Azienda per cui lavora. A breve dovrebbe riprendere il tavolo di confronto in Prefettura, auspichiamo di non arrivarci con altri episodi della gravità di quest’ultimo e soprattutto senza dover proclamare un altro sciopero sulla sicurezza, visto che l’ultimo è solo di meno di due mesi fa e, purtroppo, ci sembra che nulla sia cambiato. Le nostre richieste rimangono le stesse di sempre e attengono ad un maggior controllo del territorio più esposto, interventi tecnologici mirati, formazione del personale, ma anche su un importante investimento sulla prevenzione attraverso la leva di una mirata divulgazione culturale e civica”, conclude Piccirillo.