Agnelli (Confimi Industria): si al commissario per l’energia, rimborsi alle imprese che lavorano con Russia e Ucraina

Roma – “Aspettare non è più possibile. È necessario intervenire subito mettendo un tetto al costo del gas e dell’energia elettrica, si introduca un prezzo amministrato, come in Francia e in Spagna. Lo chiediamo fin dal primo tavolo di confronto avviato dal governo sul caro energia, sono passati tre mesi e nessuna azione risolutiva è stata attuata” così Paolo Agnelli, industriale e presidente di Confimi Industria tornando a ricordare al Governo che vista l’emergenza occorre agire con coraggio e responsabilità per evitare l’annunciato disastro economico e sociale, aggravato dalla crisi energetica, delle materie prime e dalle ripercussioni della guerra in Ucraina.

Alla proposta del prezzo amministrato il numero uno di Confimi Industria fa presente che “è tempo di introdurre un commissario straordinario all’energia cui siano dati pieni poteri per liberare l’Italia da tutti quei vincoli che oggi impediscono l’uso massivo delle rinnovabili, dei rigassificatori e dei termovalorizzatori permettendo quindi all’Italia in stato di emergenza di strutturarsi con un mix di fonti energetiche capaci di renderla un domani autosufficiente”. Ma c’è di più: “si riattivino e potenzino le centrali a carbone, e si avvii un processo di trasformazione delle centrali a gas con altro combustibile” fa eco Agnelli guardando a quanto stanno già facendo gli altri paesi europei. “Per non parlare del gas fermo sotto il mare adriatico. Cosa stiamo aspettando, torniamo subito ad estrarlo e riqualifichiamo quei pozzi ormai in disuso. Ogni metro cubo di gas è da valorizzare”.

“Alcune risorse potrebbero inoltre arrivare da quelle stanziate per il bonus 110%” fa presente Agnelli che aggiunge “riduciamo il bonus all’80% e reinvestiamo il resto per aiutare chi investe nelle rinnovabili”. “Dietro l’angolo c’è lo spettro del razionamento dell’energia, incalcolabili i danni che si avrebbero un attimo dopo. Dovremo dire addio a tutte le industrie energivore”. Il presidente di Confimi non lascia indietro nessuna delle aziende che rappresenta e torna a ribadire di intervenire per quelle PMI direttamente o indirettamente alle prese con la guerra in Ucraina: “ci sono aziende che esportano prevalentemente in Russia o in Ucraina, altre che da quei paesi si riforniscono di materie prime o componentistica. Oggi entrambe sono ferme, si pensi a come rimborsarle, non possiamo lasciarle morire”. “Ma niente ristori – avverte Agnelli – devono essere veri rimborsi per le perdite subite”.

“Non si può permettere che di fronte all’assenza di politiche energetiche intelligenti e responsabili e alle inefficienze degli ultimi 30 anni siano i cittadini e le imprese a pagare” chiude Paolo Agnelli.