Dolci (Dda antimafia): per le Olimpiadi un protocollo tipo Expo

Dolci (Dda antimafia): per le Olimpiadi un protocollo tipo Expo

Milano – Alessandra Dolci, procuratore aggiunto, a capo della Direzione distrettuale antimafia di Milano, ha partecipato alla commissione consiliare a palazzo Marino dedicata ai provvedimenti da assumere in vista della realizzazione delle opere per le Olimpiadi Milano-Cortina 2026. Il procuratore ha lanciato la proposta, subito accolta da molti consiglieri, di definire un protocollo antimafia sul tipo di quello realizzato in occasione di Expo Milano 2015, “che risultò particolarmente efficace perché consenti al prefetto di emettere 66 interdittive antimafia”, ha precisato il procuratore. “L’evento Expo è stato gestito bene da questo punto di vista seppure non ha impedito infiltrazioni riscontrate in epoca successiva. Mi riferisco alla vicenda Nolostand, partecipata di FieraMilano spa, che è stata raggiunta da una misura di prevenzione perché risultò, che una parte dei contratti in subappalto, degli allestimenti fieristici, era stato affidato a soggetti sussidiari vicino a cosa nostra. Prevenire è importantissimo anche se non si elimina totalmente il rischio infiltrazioni”, ha precisato Dolci. Aggiungendo che c’è una differenza sostanziale tra i due eventi: Expo fu gestito da un unico soggetto “pubblicistico” mentre per le Olimpiadi sono in campo molte aziende private, alcune delle quali con sede all’estero. “Saremmo in grado di imporre un protocollo con soluzioni stringenti a soggetti privati? È possibile convincere società private anche straniere a firmare un simile protocollo?” Si è chiesta il procuratore. “Quale può essere la conseguenza per una società che affida un subappalto, una prestazione, a società che poi risultano riferibili a contesti mafiosi? Il rischio serio e concreto è che siano poi destinatari, come lo è stata FieraMilano spa di una misura di prevenzione, l’articolo 34 del testo unico antimafia, col conseguente danno sotto il profilo reputazionale”. “Possiamo discutere le caratteristiche del protocollo che non deve essere per forza coincidente con quello predisposto per Expo. Certamente tutte le parti interessare avrebbero la convenienza a addivenire a questo accordo”, ha precisato Dolci che si è impegnata (come consulente) a contribuire alla stesura. Tra i risultati positivi del protocollo Expo le sanzioni comminate alle imprese che l’hanno disatteso. Con queste risorse è stata rafforzata la lotta alla diffusione delle droghe ed è stata messa a punto una piattaforma digitale, grazie al Politecnico e all’esperienza della Dda antimafia, che consente di verificare con specifici alert “riferibili a società ”opache”, che possano presentare indici rilevatori sulla presenza della criminalità mafiosa”, ha spiegato Alessandra Dolci.