Lombardia: la dispersione scolastica resta grave

Lombardia: la dispersione scolastica resta grave

Milano – Inchiesta sull’abbandono scolastico del Corriere Della Sera. Oltre undici alunni su 100, in Lombardia, si fermano al diploma di terza media, o abbandonano anche prima, scrive il quotidiano di via Solferino. Erano 19 su 100, nel 2008, e quindi la percentuale è andata migliorando. Ma la dispersione scolastica — ovvero la quota di ragazzi fra i 18 e i 24 anni d’età che si sono fermati al diploma della scuola secondaria di primo grado e non stanno più frequentando corsi d’istruzione anni — resta un tema aperto in lombardi. Perché anche se il dato cala, supera comunque la media europea e c’è un importante divario di genere e di origine. La quota di studenti «dispersi», è molto più alta fra i maschi: 14,4 per cento. Tra le ragazze si ferma al 6,5. E pesa la mancata integrazione degli allievi nati all’estero: in Italia, uno su tre non completa gli studi. È questa la fotografia che emerge incrociando i dati Istat al 2020 e le elaborazioni di Fondazione per la Sussidiarietà. Il dato relativo agli abbandoni in Lombardia è pari all’11,9 per cento, minore della media italiana del 13,1 per cento, più alto di quella europea del 9,9 per cento. Abbandoni che a volte partono da una bocciatura: 6.123 casi alle medie nel 2021, su 290 mila alunni. Alle superiori, invece, un alunno su tre l’anno scorso è stato bocciato o rimandato. Come intervenire in questo quadro? «Bisogna ripensare il modo di insegnare, con lo sviluppo nei ragazzi delle capacità non cognitive, come apertura mentale, attitudine a collaborare e spirito di iniziativa. Fattori decisivi anche nell’acquisizione di conoscenze e competenze», spiega Giorgio Vittadini, presidente della Fondazione per la Sussidiarietà. In Senato è in discussione una proposta di legge proprio sul tema delle «non cognitive skills». Ma a Milano, esiste una realtà che in 22 anni ha aiutato gratuitamente oltre 24 mila ragazzi a completare gli studi. È Portofranco, centro di aiuto allo studio fondato nel 2000 da un gruppo di insegnanti e da don Giorgio Pontiggia, allora rettore dell’Istituto Sacro Cuore di Milano. Oggi segue circa 1.200 ragazzi l’anno, di cui 300 di origine straniera. I volontari sono 300 fra insegnanti, studenti universitari e altri professionisti. (…)