Monza – “Si è aperto un nuovo anno che ha registrato per le imprese artigiane della Brianza risultati timidamente positivi, anche se i segnali sono ancora pochi e a macchia di leopardo. Con gli ordini che fanno rilevare ancora un calo, soprattutto quelli riguardanti il mercato interno, non possiamo affermare di essere vicini alla ripartenza – ha dichiarato Gianni Barzaghi membro di giunta della Camera di commercio di Monza e Brianza, commentando i dati dell’indagine congiunturale di Unioncamere Lombardia – Insieme alla vicinanza alle nostre imprese ancora in difficoltà, credo che il nostro impegno comune debba rivolgersi a promuovere e a sostenere percorsi di internazionalizzazione e di innovazione dedicati, dal momento che i casi di crescita sono rappresentati da quelle attività che possiedono una maggiore propensione all’export e all’innovazione”. “L’artigianato si conferma come elemento importante nel quadro dell’economia locale, benché persistano situazioni di oggettiva difficoltà confermate da alcuni dati, a partire da quelli relativi agli ordini per arrivare alla diminuzione registrata del numero di attività presenti sul territorio – ha dichiarato Walter Mariani membro di giunta della Camera di commercio di Monza e Brianza – Occorre insistere sullo snellimento burocratico e del peso fiscale, oltre che continuare a lavorare sull’accesso al credito, elemento vitale per permettere alle micro e piccole medie imprese di investire in innovazione e tentare la via della ripresa. Durante questi anni segnati dalla crisi, spesso sono stati proprio questi aspetti ad incidere notevolmente sulle aspettative e sul sentiment degli imprenditori artigiani, già appesantiti dai problemi legati al mercato”. “Siamo ancora costretti a viaggiare su processi altalenanti che non aiutano il sistema delle imprese a ritrovare serenità – ha dichiarato Sandro Mauri consigliere della Camera di commercio di Monza e Brianza – I segnali incoraggianti sono vanificati dal dato riferito agli ordini, soprattutto quelli interni. Lo stesso dato della domanda estera, ancora contenuto, non riesce a compensare l’assopimento del mercato nazionale”.