Cgil-Federbeton: svolta green per il cemento

Cgil-Federbeton: svolta green per il cemento

Roma – Sindacati delle costruzioni e Federbeton varano una strategia per rendere sostenibile uno dei settori più energivori nel panorama manifatturiero italiano. Investimenti per 4,2 miliardi fino al 2050, “ma il comparto deve usufruire dei fondi del Pnrr”. Sul tema, la tavola rotonda della Fillea Cgil, della quale scrive “Collettiva”. Il cemento potrebbe diventare uno dei grandi protagonisti della transizione ecologica. Detta così, parrebbe una contraddizione in termini, e magari qualche anno fa poteva anche essere vero. Ma le cose, di questi tempi, cambiano in fretta. E oggi uno dei comparti più energivori nel panorama manifatturiero italiano ha davvero l’occasione di diventare il volano di una svolta verde nell’intera industria nazionale. Ne sono convinti i sindacati delle costruzioni e Federbeton, l’associazione di settore di Confindustria. Tanto che proprio su questo tema si confrontano in una tavola rotonda organizzata dalla Fillea Cgil, a cui tra gli altri prendono parte anche Marco Falcinelli, segretario della Filctem, la deputata Rossella Muroni e l’europarlamentare Simona Bonafé. L’obiettivo che accomuna i rappresentanti dei lavoratori e dei cementifici italiani è quello di raccogliere la sfida del Green Deal europeo, che prevede la “carbon neutrality” entro il 2050, utilizzando le risorse nazionali ed europee per la transizione ecologica e creando nuovi posti di lavoro proprio attraverso la green economy. Una forte convergenza di vedute, insomma, che apre scenari davvero interessanti. Su questo tema, nell’ottobre scorso è stato anche varato l’”Avviso comune sulla decarbonizzazione del settore cemento e la transizione ecologica”, sottoscritto Federbeton e Fillea, Filca e Feneal. “A luglio – si legge in quell’accordo – la Commissione europea ha presentato il pacchetto climatico Fit for 55, che si pone come obiettivo la riduzione del 55% entro il 2030 delle emissioni di gas a effetto serra e la carbon neutrality nel 2050”. Di strada da fare, in effetti, ce n’è molta. L’industria del cemento è oggi responsabile della produzione del 5% del totale della Co2 emessa in Italia, con una media di sostituzione calorica di combustibili tradizionali con combustibili solidi secondari pari al 20,3%, contro una media europea del 47%. (…)