Politecnica: prima in Italia nel settore della progettazione integrata, ottiene la certificazione IDEM

Politecnica: prima in Italia nel settore della progettazione integrata, ottiene la certificazione IDEM

Modena – Politecnica, una delle maggiori società italiane di progettazione integrata – architettura, ingegneria e urbanistica, con tre sedi in Italia a Milano, Modena e Firenze e presente in 8 Paesi in Europa, Africa e Sud America, con 280 professionisti e collaboratori – rafforza il percorso verso la piena parità di genere e  ottiene, prima in Italia del settore, la certificazione di Gender Equality di  IDEM, start-up universitaria nata all’Università di Modena e Reggio Emilia in seno alla Fondazione Marco Biagi. IDEM supporta e certifica le realtà che vogliono ridurre il gap di genere, attraverso un originale modello di misurazione e diagnosi che include indicatori relativi alle retribuzioni, alle opportunità di carriera, all’organizzazione e alla cultura organizzativa. Con la certificazione Politecnica centra e anticipa i requisiti di certificazione della parità di genere prima dell’entrata in vigore del Decreto Semplificazioni e dei regolamenti previsti dalla governance del PNRR. La legge pubblicata il 5 novembre 2021, n. 162, che modifica il codice di cui al decreto legislativo n. 198/2006, in particolare, prevede che a partire dal 1° gennaio 2022 sia riconosciuto un punteggio premiale per la valutazione di proposte progettuali ai fini della concessione di cofinanziamenti e l’accesso a fondi europei nazionali e regionali. Al di là dei requisiti di legge, Politecnica, scegliendo di contribuire al raggiungimento degli obiettivi dell’Agenda 2030 dell’ONU, ha già fissato l’obiettivo di raggiungere entro il 2030 la piena parità numerica delle persone della propria organizzazione, suddivisa al 50% tra donna e uomo. Attualmente, la popolazione della società (280 lavoratori) è per il 47% donna e gode di piena parità di remunerazione. L’età media delle persone di Politecnica è di 36 anni e le cariche ricoperte sono molteplici: Ingegneri (47%); Architetti (31%); Dottori (4%); Tecnici (11%). In un contesto in cui i dati relativi alla parità di genere nel mondo sono in significativo peggioramento, il raggiungimento della certificazione Gender Equality rappresenta per Politecnica un ulteriore passo verso l’obiettivo di ridurre il gender gap aziendale, ma anche l’occasione per farsi ambasciatrice di un importante cambiamento di cui necessita tanto il sistema della formazione quanto il mercato del lavoro italiano, in particolar modo nei settori dell’ingegneria e della progettazione. Infatti, meno del 30% dei laureati STEM (Science, Technology, Engineering and Mathemathics) è donna e il divario di genere nell’ambito della conoscenza sta nella scelta delle aree disciplinari. Nonostante le donne siano, in media, più istruite degli uomini, si concentrano nelle discipline umanistiche autoescludendosi dai percorsi STEM, che sono quelli che offrono migliore probabilità di impiego e le migliori prospettive di retribuzione. “La progettazione, fatta per le persone, è un mondo che necessita anche di una spiccata sensibilità femminile. Non possiamo pensare che l’occhio e il punto di vista progettuali siano unicamente ed esclusivamente maschili. La certificazione IDEM “bronzo” premia il percorso fatto da Politecnica per garantire pari opportunità di crescita personale e professionale a tutte le persone dell’organizzazione, senza distinzione di genere, ma evidenzia il gap tra la domanda e la disponibilità di competenze sul mercato – spiega Francesca Federzoni, presidente di Politecnica -. L’impegno di Politecnica, che pure ha posto le condizioni, insomma, non basta. Mancano i presupposti di ecosistema nel settore della progettazione: serve una vera trasformazione sociale e culturale per una maggiore inclusione e attrazione delle donne nei percorsi di formazione STEM. C’è una difficoltà oggettiva a trovare figure professionali femminili legate all’ingegneria e reperire laureate in questo ambito, – prosegue Federzoni lanciando un appello – è necessario favorire l’inclusione delle donne anche in quegli ambiti di competenza che culturalmente tendono a escluderle, perché si riduca il gap di genere che è peculiare della multidisciplinarità di Politecnica. “Politecnica si è dimostrata un’organizzazione particolarmente attenta alla parità di genere – afferma Tommaso Fabbri, docente di Unimore e tra i fondatori di IDEM -. Il primo passo per perseguire la parità di genere consiste nel misurarla e riconoscerne le determinanti. In questo senso la metodologia IDEM permette di trasformare l’ambizione alla Gender Equality in obiettivi organizzativi misurabili e di disporli in una road map di miglioramento in modo del tutto simile a quello che si fa per gli obiettivi di business. Quindi un approccio capace di generare un cambiamento effettivo all’interno delle aziende nella direzione di una vera cultura della parità di genere”. L’Italia comparativamente è uno dei paesi, a livello globale, più colpiti dal gender gap nei luoghi di lavoro[3]: un problema che sottende anche una scarsa consapevolezza da parte dei datori di lavoro della portata del fenomeno e dei benefici che deriverebbero dall’affrontarlo in modo sistematico. Una certificazione qualitativa, dunque, assume un valore determinante per le imprese che vogliono impegnarsi attivamente nella riduzione del gap e, in senso formale, contribuisce a far emergere il tema del genere, che è uno degli obiettivi del PNRR che riguarda da vicino e interessa fortemente il settore della progettazione. Con IDEM, start-up universitaria nata all’Università di Modena e Reggio Emilia (UNIMORE) in seno alla Fondazione Marco Biagi e con la partecipazione di JobPricing, il team di ricercatori guidati dalla Professoressa Tindara Addabbo, esperta di caratura internazionale sui temi della parità di genere, ha voluto sviluppare uno strumento efficace per misurare e certificare la Gender Equality nei luoghi di lavoro. La proposta di IDEM è quella di fornire alle aziende un tool di misurazione e diagnosi della Gender Equality rigoroso sotto il profilo scientifico ma al contempo di semplice e pratico utilizzo, sia nella fase di alimentazione con i dati aziendali sia nella successiva fase di diagnosi delle criticità e individuazione delle azioni di miglioramento organizzativo da parte del management. La metodologia, sottoposta alla supervisione di un Comitato scientifico, che comprende esperti ed esperte internazionali, rappresentanti istituzionali e manager HR, si basa sull’elaborazione di un indice fuzzy sintetico (”IDEM Index”), che misura la Gender Equality mediante il confronto con un’organizzazione-tipo “gender gap free”: IDEM Index è la risultante di un’analisi sistematica e del computo ponderato di tutte le dimensioni delle Gender Equality individuate come rilevanti dalla ricerca scientifica: carriera, retribuzione, organizzazione, cultura.

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