Milano – Il Comune di Milano, da sempre impegnato contro la tratta di esseri umani e per l’affermazione dei diritti civili, partecipa all’Avviso pubblico nazionale del dipartimento Pari opportunità della Presidenza del Consiglio dei ministri in qualità di Ente proponente per proseguire l’azione di prevenzione e contrasto e per offrire una rete articolata e integrata di servizi e interventi a favore delle vittime, in genere sfruttate per scopi sessuali o lavorativi, per venire impiegate in economie illegali o per accattonaggio. La proposta progettuale porta il titolo “Derive e approdi 2021: aree di libertà e diritti per vittime di tratta e sfruttamento negli ambiti territoriali di Como, Milano, Monza Brianza, Sondrio e Varese” (per quanto riguarda Milano l’ambito è la Città metropolitana) e articola le aree di intervento che, insieme ad enti partner e fornitori di servizi, verranno affrontate: emersione del fenomeno, attraverso Unità mobili e sportelli; prima assistenza, attraverso l’accoglienza residenziale in strutture dedicate e la presa in carico socio-assistenziale; seconda accoglienza, che prevede percorsi di formazione, integrazione sociale, tirocini e inserimenti lavorativi; attività di coordinamento, monitoraggio e di assistenza legale. A partire dai primi anni Duemila, il Comune di Milano ha realizzato progetti, a propria titolarità, prima sul suo territorio e successivamente sull’area dell’intera Città metropolitana, di accoglienza, messa in protezione e conduzione di percorsi di inclusione sociale delle persone vittime della tratta, intercettando circa 5mila persone. La partecipazione al bando fa anche seguito alla recente presentazione, da parte delle Prefetture lombarde e della Dda competente per il reato di tratta, di un Protocollo operativo sul tema valido per tutta la Lombardia, funzionale a mettere a sistema informazioni, contatti e segnalazioni per un approccio multidisciplinare e ad armonizzare e coordinare le procedure di presa in carico delle vittime tra tutti gli Enti istituzionali coinvolti. “Il progetto – spiega l’assessore alle Politiche sociali e abitative Gabriele Rabaiotti – rinnova e rafforza la volontà dell’Amministrazione di intervenire su questa nuova forma di schiavitù e di violenza. La sottoscrizione del Protocollo dice che è necessario procedere insieme, sistematizzare le informazioni, coordinare tra loro i diversi interventi e in particolare sostenere percorsi formativi che ci permettano di unire le forze a partire dai linguaggi, dalle metodologie, dalle diverse competenze che le molte realtà pubbliche e del privato sociale, nel loro differente ruolo, sono oggi capaci di mettere a servizio”. Il progetto che verrà presentato, valido per 15 mesi a partire dal prossimo luglio, avrà un valore complessivo di 2,357 milioni, cui il Comune partecipa con circa 415mila euro.