Smart working: i giganti del Tech ci ripensano, a partire da Apple

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Milano – Apple ha inviato una comunicazione interna ai suoi dipendenti, con le nuove regole che verranno applicate da settembre sullo smart working. Tutti torneranno alle proprie scrivanie (aziendali e non più domestiche) per almeno tre giorni a settimana, ha scritto il Ceo Tim Cook. Per i restanti due giorni, ognuno potrà scegliere se continuare a lavorare da remoto oppure no. A meno che non si occupi di mansioni che richiedano la sua presenza in ufficio “a tempo pieno”. C’è però anche la possibilità di fare richiesta per restare in smart working per due settimane all’anno (previa approvazione del proprio capo). “Nonostante quello che siamo riusciti a fare mentre eravamo a distanza, la verità è che abbiamo perso qualcosa di essenziale in questo ultimo anno: noi stessi – ha scritto Tim Cook nel documento, come riporta The Verge – Le videoconferenze hanno accorciato le distanze tra noi, di sicuro, ma ci sono cose che semplicemente non possiamo replicare». E poi ha concluso: «So che non solo l’unico a cui mancano il brusio dell’attività, l’energia, la creatività e la collaborazione nei nostri incontri di persona e il senso di comunità che abbiamo costruito”. Non tutti i giganti Tech la pensano come Apple. Microsoft ha già riaperto le sue sedi, mantenendo una linea di lavoro ibrido. Dunque integrando lo smart working e quello in presenza. Più elastiche le condizioni di altri colossi. Facebook ha dato via libera allo smart working ai suoi dipendenti a lungo termine, purché approvato dai manager. La stessa idea a Twitter, che ha dichiarato una simile politica già a maggio del 2020: chi vuole potrà lavorare da casa. Google è per il ritorno in ufficio a partire da settembre: almeno tre giorni in presenza. Chi volesse lavorare più di 14 giorni l’anno fuori sede (e fino a un massimo di 12 mesi, in casi eccezionali) dovrà presentare domanda e attendere un via libera.