Effetto Covid sul lavoro

Effetto Covid sul lavoro

Roma – A marzo giù tasso di disoccupazione e su quello di occupazione, ma il confronto annuo rivela che molte persone in più cercano lavoro e molte meno ne hanno uno. Nel primo trimestre Pil giù dello 0,4% congiunturale e dell’1,4% annuo. I dati Istat relativi al mercato del lavoro nello scorso mese di marzo sono a due facce. Già, perché da una parte si può osservare che continua il leggero aumento dell’occupazione e la lieve discesa dell’occupazione. Ma se si volge lo sguardo alla situazione che c’era nello stesso mese del 2019 si possono agevolmente constatare i danni fatti dall’emergenza sanitaria, iniziata esattamente un anno fa. Nel dettaglio, dunque, nel marzo scorso il tasso di disoccupazione è sceso al 10,1% a marzo, con un calo di 0,1 punti rispetto al mese precedente. Il calo del numero di persone in cerca di lavoro (-19mila unità da febbraio), riguarda però solo gli uomini e gli over 25, mentre tra le donne (11,4%, +2%) e i giovani di 15-24 anni (33%, +1,1%) c’è un aumento dei disoccupati. Rispetto a marzo dello scorso anno, però, le persone in cerca di lavoro sono ben 652mila in più, pari al 35,4%. Stessa dinamica per l’occupazione, con 34mila occupati in più a marzo rispetto al mese precedente (+0,2%), mentre in confronto al 2020 gli occupati sono 565mila in meno, mentre rispetto al mese precedente l’esplodere della pandemia, febbraio 2020, sono quasi 900 mila in meno. La crescita dell’occupazione coinvolge gli uomini, i dipendenti a termine, gli autonomi e quasi tutte le età.  Il tasso di occupazione sale al 56,6% (+0,1 punti), due punti percentuali in meno rispetto al livello pre-Covid. I lockdown imposti dalla risalita dei contagi nei primi due mesi dell’anno hanno avuto un pesante impatto sulla crescita del Paese. Secondo le stime preliminari diffuse dall’Istat (link per i dati completi in pdf), infatti, nel primo trimestre del 2021 il Pil corretto per gli effetti di calendario e destagionalizzato sarebbe diminuito dello 0,4% rispetto al trimestre precedente e dell’1,4% in confronto allo stesso periodo del 2020 (molto meno del -6,6% registrato nei mesi finali del 2020, comunque). Il calo rispetto agli ultimi tre mesi dello scorso anno è il risultato di un aumento del valore aggiunto tanto nel comparto dell’agricoltura, silvicoltura e pesca, quanto in quello dell’industria, mentre i servizi nel loro complesso (i più colpiti dagli interventi di contenimento) hanno registrato una diminuzione. La variazione acquisita per il 2021 è pari a +1,9%.

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