Allarme aeroporti: Stanzione (Filt Cgil), Sea deve investire e il Governo ci deve aiutare
Milano – Allarme del segretario della Filt Cgil Luca Stanzione sugli aeroporti lombardi, rilanciato dal quotidiano Il Giorno. “La situazione degli aeroporti lombardi è grave, con Cisl e Uil abbiamo chiesto un intervento urgente del Governo per sostenere le società delle infrastrutture. A Regione Lombardia abbiamo chiesto di rappresentare questa urgenza. La nostra preoccupazione è per le conseguenze che una crisi così profonda può avere sui lavoratori sia diretti che degli appalti, stiamo parlando delle più grandi aziende lombarde. Sea conta, tra lavoratori diretti e indiretti 30mila persone”, spiega il sindacalista. Per capire l’entità della crisi basta osservare che “Linate in una settimana ha dimezzato i voli, Alitalia in particolare è scesa da33 voli a 15, un taglio confermato fino al 30 novembre. Il traffico di oggi è il 10% rispetto a quello dell’anno scorso nello stesso periodo, a Linate facevamo 270 movimenti”, spiega Stanzione. “La settimana scorsa abbiamo incontrato l’ad Sea Armando Brunini, ci è stata rappresentata una crisi dalla quale il sistema aeroportuale pensa di uscire a partire dal 2025. Una situazione così straordinaria ha bisogno di interventi straordinari. Sea non è ancora in grado di presentarci un piano industriale e tantomeno ci ha dato dei numeri circa gli esuberi. Quello che sappiamo è che la cassa integrazione a disposizione è insufficiente rispetto al bisogno reale. Chiediamo a Sea e ad Enac una misura immediata a protezione di tutti i lavoratori del sedime”. Senza contare la perdita di valore per il Comune di Milano che, con F2ì, è proprietario della società. “Ma non è solo un problema del mondo dei trasporti, si tratta dello sviluppo economico di tutto il nostro territorio. Noi pensiamo che Sea debba continuare ad investire, partendo dal lavoro, il che significa puntare sulla formazione in vista di un lavoro che cambia. Stiamo aspettando il piano industriale dell’azienda ma è chiaro che gli aeroporti non possono farcela da soli”, conclude il segretario Filt Cgil.