Covid 19, Accornero (Unione Artigiani): acconciatori modello di sicurezza

Covid 19, Accornero (Unione Artigiani): acconciatori modello di sicurezza

Milano – “Le buone prassi utilizzate da acconciatori ed estetisti siano da modello per altri settori. Costringere semplicemente a nuove chiusure alcune attività ritenute possibili focolai di contagi  rischia di innescare una grave crisi economica senza peraltro arrestare la diffusione del Covid-19”. L’Unione Artigiani di Milano e di Monza-Brianza propone di adottare come esempio da mutuare i protocolli messi in atto dai parrucchieri, ma anche dai centri bellezza, per continuare a lavorare garantendo sicurezza e salute a titolari, dipendenti e clientela. “Oltre all’utilizzo dei principali dispositivi di protezione – commenta il segretario generale dell’Unione Artigiani, Marco Accornero -, come le mascherine e i disinfettanti, risultano particolarmente efficaci nel contrasto all’epidemia da Coronavirus i nuovi modelli organizzativi dei saloni di acconciatura ed estetica, presso i quali non risultano contagi dopo le riaperture di giugno. In particolare, ricevere su appuntamento i clienti consente una gestione in sicurezza dell’accesso ai locali e un elevato controllo della sanificazione e del distanziamento. Grazie al ricevimento contingentato e programmato, questo settore ha riavviato l’attività post-lockdown e non teme chiusure in ragione dei crescenti contagi di queste settimane nelle nostre città.” “Sarebbe opportuno far adottare questa organizzazione – rimarca Accornero – anche a comparti costretti a nuove chiusure o a limitazioni dell’attività, oggi in profonda crisi. Accessi solo su prenotazione e comunque contingentati, con controlli della temperatura all’ingresso e adozione dell’uso di strumenti di salute e sicurezza come mascherine, disinfettanti, distanziamento e apparati divisori.” “Attraverso l’applicazione rigida di queste precauzioni – conclude Accornero – si potrebbero evitare chiusure forzate di attività e locali considerati a rischio,  assai poco comprensibili se paragonate ai trasporti pubblici e alle scuole”.