Milano – Pronti a lavorare per una startup, decisi a sfruttare le potenzialità dello smart working, desiderosi di accedere alla possibilità di vivere da “digital nomad” e a utilizzare app per l’incremento della produttività. In estrema sintesi è questo il profilo del Millennial dell’Italia Nord-occidentale fotografato dall’indagine condotta da ForceManager, realtà leader del Crm mobile, attiva da qualche mese anche in Italia, attraverso l’acquisizione della startup Sellf, nata all’interno del campus di H-Farm. Il campione intervistato da ForceManager, composto da giovani tra i 22 e i 37 anni, ha le idee molto chiare su come interpretare il lavoro in questa epoca di trasformazione digitale. Anzitutto, il rapporto con il grande trend di cui parlano tutti ormai da qualche tempo: le startup. Il 40% non ha dubbi e, se potesse, preferirebbe una startup a una più blasonata azienda multinazionale (preferita dal 43%). Il perché è presto detto. Per i più, si tratterebbe di una grande opportunità di crescita, anche personale (51%); a seguire, ci sarebbe la possibilità di partecipare alla nascita di un progetto potenzialmente di successo (41%); e poi, per il 32% a pesare ci sarebbe la possibilità di essere coinvolti in un progetto unico e appassionante. E su quest’ultimo tema, l’indagine racconta una prima novità. Per il 54% dei giovani Italiani del Nordovest tra i 22 e i 37 anni, benefit e lavoro agile contano di più della cifra indicata nell’ultima riga della busta paga. In particolare, rinuncerebbero fino a 3mila € all’anno (250 € al mese), a fronte della possibilità di essere inclusi in programmi di smart working, potendo così gestirsi autonomamente i tempi del lavoro e della vita privata, e di fare parte di progetti di nomadismo digitale. Ovvero, avere la possibilità di lavorare viaggiando, spostandosi da una città all’altra, sfruttando le potenzialità del digitale. Al contempo però sorprende che il 53% preferirebbe lavorare per una realtà aziendale strutturata con un tradizionale assetto piramidale rispetto ad una caratterizzata da un “gerarchia piatta”, preferita da non più del 40%. Nonostante lo spirito imprenditoriale che caratterizza il 30% dei Millennial italiani del Nordovest, questi ultimi non sarebbero disposti a rinunciare a un normale stipendio “competitivo” a fronte di un pacchetto retributivo variabile inclusivo di bonus e stock option, collegati direttamente al rendimento dell’azienda. Un dato quest’ultimo che conferma ancora l’attaccamento della regione al posto-fisso. Da segnalare, poi, il fatto che più del 50% preferirebbe un orario di lavoro tarato sui ritmi nord-europei. Ossia: ingresso in ufficio presto e pausa pranzo ridotta allo stretto necessario, con l’obiettivo di tornare a casa non più tardi delle 17.30. Il 71% dei nostri Millennial controlla le email praticamente sempre, senza alcuna soluzione di continuità tra lavoro e vita privata. E nel 70% dei casi, lo fa attraverso il suo smartphone personale. Ma il 42% è fiducioso che nel 2019 la digitalizzazione e la possibilità si essere sempre più interconnessi favoriranno orari e strutture di lavoro più flessibili, semplificando la gestione della comunicazione lontano dall’ufficio. (imprese-lavoro.com)