Porti: container, Italia fanalino di coda

Porti: container, Italia fanalino di coda

Cernobbio (Co) – Nel Mediterraneo passa un quinto del traffico marittimo mondiale. Ma se negli ultimi 20 anni le merci in container movimentate nell’area sono aumentate del 500%, nei porti italiani l’incremento è stato del 50%. È il dato più evidente che emerge dal focus sui porti (dati elaborati su fonte Sispi) presentato al quarto Forum Internazionale Conftrasporto-Confcommercio di Cernobbio. Dallo studio emerge sostanzialmente che l’Italia rischia l’esclusione dalle grandi vie del traffico mondiale a causa di un sistema frammentato e di una burocrazia pesante che frenano la crescita dei  porti, molti dei quali hanno piani regolatori vecchi di 60 anni. Eppure il potenziale c’è: dal 2005 al 2017 il totale complessivo delle merci movimentate nei porti italiani si è attestato intorno ai 500 milioni di tonnellate (+2% solo nell’ultimo anno) e il traffico passeggeri ha registrato 7 milioni di viaggiatori in più, con un incremento del 61% nel solo settore crocieristico. Intanto continua il fenomeno del “gigantismo navale”, con oltre 464 unità di classe compresa tra 10 e 20mila TEU (1 TEU equivale a 40 metri cubi) e altri 118 ‘giganti’ che entreranno in circuito entro il 2020. Per accoglierli saranno necessari un escavo di 85 milioni di metri cubi di materiale nei canali dei porti e un’ulteriore  spesa per l’adeguamento del sistema portuale.