InBuyer 2018, primo appuntamento a Lodi

Milano – 10 buyer del settore agroalimentare provenienti da Russia, Corea del Sud, Svezia, Danimarca, Polonia e Belgio incontreranno il 15, 16 e 17 maggio, rispettivamente a Lodi, Mantova e Cremona, circa 100 imprenditori del territorio: 40 a Lodi, 30 a Cremona e 25 a Mantova. La quarta edizione del progetto InBuyer, di Unioncamere Lombardia e Sistema Camerale Lombardo, con il supporto di Promos, Azienda Speciale per le Attività Internazionale della Camera di commercio di Milano, Monza Brianza, Lodi, prevede, da maggio a novembre, l’organizzazione di oltre 2000 incontri b2b nel corso di 22 appuntamenti in tutte le province lombarde. Numeri che si vanno ad aggiungere a quelli delle prime tre edizioni del progetto: 92 giornate di eventi in Lombardia, 462 buyer provenienti da oltre 40 paesi, 2148 imprese lombarde servite, 10736 incontri b2b e oltre 900 accordi conclusi. L’iniziativa prevede l’accoglienza di operatori economici selezionati con l’obiettivo di favorire il processo di internazionalizzazione e creare occasioni di business per le imprese lombarde. Al progetto possono aderire le imprese lombarde dei settori: Alimentare, Moda, Arredo, Cosmetica, Costruzioni, HVAC-R, Turismo, Packaging e Labelling. Il progetto è destinato a piccole e medie imprese di produzione con sede legale o operativa in Lombardia che abbiano potenzialità di interazione con i buyer esteri. Per informazioni le imprese possono contattare la Camera di Commercio della provincia di appartenenza. “InBuyer è ormai un punto di riferimento per le aziende lombarde che hanno l’obiettivo di ampliare il proprio business internazionale – spiega Sergio Rossi, Direttore di Promos, Azienda Speciale per le Attività Internazionali della Camera di commercio di Milano, Monza Brianza, Lodi – Il trittico di giornate a Lodi, Mantova e Cremona ha l’obiettivo di supportare concretamente i processi di internazionalizzazione delle imprese del comparto agroalimentare, un settore nel quale la Lombardia, con 6,4 miliardi di euro di export, rappresenta un sesto del totale italiano”. “Spesso per poter incontrare clienti e instaurare nuovi rapporti commerciali le aziende hanno bisogno di partecipare a fiere di settore, con un dispendio economico non indifferente – spiega Milena Vismara di Mycookingbox – Grazie a InBuyer abbiamo avuto la possibilità di creare nuovi importanti contatti, senza la necessità di pagare una quota di partecipazione né di dover creare un nostro stand, instaurando relazioni con importatori europei e non e concludendo ordini in mercati prima di allora mai testati come Belgio, Norvegia, Regno Unito e Usa”. “Partecipando a InBuyer abbiamo incontrato buyer americani, dopo qualche tempo ci siamo incontrati ad Atlanta, presso il loro quartier generale, per presentare la nostra azienda al presidente della corporation americana e abbiamo finalizzato il nostro accordo di esclusiva per tutti gli Stati Uniti – racconta Spiros Borraccino di Oilala – Così, da un breve incontro di 30 minuti, è nata la possibilità di commercializzare il nostro olio extra vergine negli Stati Uniti”. L’agroalimentare “made in Italy” nel mondo vale 40,2 miliardi di euro all’anno e cresce del 5,5%, secondo i dati della Camera di commercio di Milano Monza Brianza Lodi. Ma per sapere dove va e da dove parte l’export, quali sono i maggiori mercati di sbocco e i prodotti più apprezzati arriva la mappa: “L’agroalimentare italiano nel mondo”, realizzata dalla Camera di commercio di Milano Monza Brianza Lodi con Promos, azienda speciale della Camera di commercio per le Attività Internazionali. La mappa, disponibile in italiano e inglese, è scaricabile in internet. Soprattutto in Germania, Francia. In crescita Russia e Cina. Vini, acque minerali e oli in USA, pesce fresco in Spagna, alimenti per animali nelle Filippine. Austria seconda per cereali e riso, UK per frutta e ortaggi. In forte aumento Russia per bevande e alimenti per animali, Portogallo per cioccolato, caffè e spezie, Turchia per granaglie, Algeria per oli, Hong Kong per carni, Albania per pesci, Giappone e Cina per gelati. Maggiori esportatori: Verona, Cuneo e Parma. Milano 4° (+6,5%). Tra le prime anche Bergamo 12° e Mantova 14°