La crisi dell’industria automobilistica in Italia vista dal Corriere
Sono già 25 mila i posti di lavoro a rischio in Italia nel settore dell’auto e a breve, se non aumentano i livelli produttivi, diventeranno almeno 50 mila. Lo spiegano Milena Gabanelli e Rita Querzé nel Dataroom di oggi: Il ruolo chiave lo gioca Stellantis perché in Italia è l’unico grande produttore. E perché è difficile attirare nuove case in una fase in cui la domanda in Europa sta drammaticamente scendendo. Il ministro Adolfo Urso ha accettato le richieste del gruppo garantendo 950 milioni di incentivi nel 2023 e chiedendo in cambio di alzare la produzione a un milione di veicoli, quota minima per difendere l’occupazione nella filiera. Il risultato è che si chiuderà l’anno, se va bene, a 500 mila veicoli, e a nulla serve chiedere di restituire almeno in parte quello che negli anni il Paese ha dato all’azienda torinese, perché Stellantis risponde così: «Fiat era un’altra realtà e oggi la famiglia Agnelli-Elkann è solo uno degli azionisti, la società non è più italiana, andiamo a produrre dove costa meno, punto». Intanto il governo Meloni ha tagliato i 4,6 miliardi del fondo automotive stanziati dal governo Draghi per l’industria automobilistica italiana.