Regione Lombardia: la risposta alla domanda abitativa
Rimini – Regione Lombardia lavora concretamente per dare una casa, a canoni accessibili, a famiglie di reddito medio-basso che faticano a trovare una soluzione abitativa nel territorio milanese, dove il mercato degli affitti è in costante crescita. Su impulso dell’assessore regionale alla Casa e Housing sociale, Paolo Franco, Aler Milano ha già messo a disposizione 300 alloggi attraverso lo strumento dell’housing sociale pubblico: 200 appartamenti per famiglie con ISEE 10-16.000 euro e 100 appartamenti per famiglie con ISEE 12-16.000 euro. I dati sono emersi durante l’intervento dell’assessore all’evento Ecomondo di Rimini: “Si tratta di azioni efficaci – ha affermato Franco – che possono offrire nell’immediato una quota di abitazioni a prezzo calmierato a nuclei familiari con ISEE contenuto. Attraverso la ‘Missione Lombardia’, il piano di rilancio delle politiche abitative regionali, vogliamo cambiare il concetto di intervento pubblico nell’edilizia residenziale per rispondere alle necessità abitative vissute da fasce sempre più larghe della popolazione”. “Come Regione – ha proseguito Franco – lavoriamo dunque per garantire il diritto alla casa non solo alle persone indigenti, ma anche alle persone della cosiddetta classe media o medio-bassa, ampliando la disponibilità di abitazioni a canone sostenibile. È fondamentale farlo soprattutto in un’area come quella milanese”. Regione è accanto anche ai lavoratori dei servizi essenziali mettendo a disposizione alloggi, attraverso le Aler, per il personale sanitario e scolastico, le Forze dell’ordine, il personale dell’amministrazione giudiziaria, oltre a studenti universitari e donne vittime di violenza: “Un impegno a 360 gradi – ha evidenziato Franco durante uno speech col presidente di Confservizi Lombardia Yuri Santagostino – che va nella direzione di aiutare persone che lavorano in settori di pubblica utilità, favorendo in questo modo anche il cosiddetto ‘mix abitativo’ così da rendere più eterogeneo il tessuto sociale dei quartieri popolari”.