Assorimap: a rischio il comparto senza politiche di salvaguardia

Assorimap: a rischio il comparto senza politiche di salvaguardia

Roma –   È urgente adattare il sistema produttivo industriale europeo per poter utilizzare in modo massiccio i materiali recuperati, anziché le materie prime. Solo in questo modo il mercato ridefinirà autonomamente le dinamiche all’export, oggi scoraggiato da un disequilibrio fra domanda e offerta. Assorimap – associazione nazionale riciclatori e rigeneratori di materie plastiche aderente a Confimi Industria – presente anche quest’anno ad Ecomondo – la fiera per la transizione ecologica giunta alle 27esima edizione in corso a Rimini – lancia l’allarme, e suggerisce le regole da seguire per salvare il settore del recupero dei materiali plastici, un’altra eccellenza del made in Italy su scala internazionale. Riciclare una tonnellata di plastica può contribuire a risparmi emissivi compresi tra le 1,1 e le 3,5 tonnellate di CO2. Bloccando lo sviluppo del comparto del riciclo, sarà impossibile raggiungere gli obiettivi imposti dalla Ue, sia in termini di decarbonizzazione sia in ottica sostenibilità ambientale. “Il comparto italiano del riciclo delle plastiche è schiacciato tra la crisi industriale del Paese, dai costi dell’energia in media superiori del 30 per cento rispetto al resto d’Europa e la concorrenza sleale dei polimeri vergini asiatici non tracciati né certificati venduti con costi al ribasso sul mercato europeo, nonché l’assenza di politiche strutturali che incentivino un settore fondamentale, anello finale della raccolta differenziata. A questo si aggiunge la carenza di approvvigionamento dei materiali da riciclare che si riversa sui costi di produzione”, spiega Walter Regis, presidente di Assorimap.