I cinquant’anni di COIMA: riflettere sulla città del futuro 2
Milano – Capitali internazionali e italiani, visione a lungo termine, collaborazione partecipativa tra pubblico e privato. Sono i pillar di una rigenerazione urbana che tenga al centro ambiente e residenti, le prime due lettere dell’acronimo ESG. Non si può ideare un processo di rigenerazione senza tenere presenti le performance sociali e ambientali e i relativi effetti. La città del futuro, meglio se coincide con una città che si avvicina a una realtà ideale, nella propria evoluzione deve formulare format – di sviluppo e di governance – tali da garantire qualità della vita e sostenibilità nel tempo. Per arrivare a questo modello ideale molti sono i fattori che entrano in causa. Innanzitutto la gestione degli investimenti in chiave sostenibile, focus della Bei nella sua ultima agenda. Dal turismo all’housing la sostenibilità ambientale e sociale diventa una delle linee principali da seguire. È così che la Bei, attiva in Italia nel finanziamento a Comuni, ma anche nell’ambito del PNRR si è attivata per garantire studentati (mille posti letto) e affordable houses, un tema sotto i riflettori in ambito europeo e non solo. Un accordo con Poste ha portato al centro della strategia la logistica e il suo ruolo nell’ambito della quotidianità. Poste dal canto suo agisce come attore in progetti di riqualificazione di immobili di proprietà: l’intervento sul cosiddetto “Palazzo delle Poste” in via Pietrapiana a Firenze, nell’ambito del quale, oltre alla riqualificazione e all’adeguamento dell’edifico da parte di Poste Italiane, il Comune di Firenze, di concerto con Poste, ha approvato il Progetto di Fattibilità Tecnica ed Economica relativo alla “Riqualificazione e riorganizzazione spazi pubblici contermini ex Palazzo delle Poste Via Pietrapiana”, che comporterà un notevole impatto su tutta l’area, anche di natura sociale, derivante dall’offerta di nuovi spazi esterni e servizi che verranno messi a disposizione della popolazione; e la riqualificazione dell’area di Piazzale Lugano a Milano, con riferimento alla quale, la rigenerazione urbana dell’ex area di lavorazione postale di Poste Italiane, in ambito scalo Farini, avrà una notevole ricaduta sul tessuto sociale della zona, implementando l’offerta e la qualità del verde, il sistema viabilistico stradale e ciclo-pedonale, oltre alla messa a disposizione agli abitanti della zona di nuovi servizi e attività commerciali. Non si può però parlare di rigenerazione senza menzionare la crisi climatica che è diventata sempre più dirompente. L’effetto serra, la desertificazione, i fenomeni metereologici estremi come le recenti alluvioni impongono un ripensamento su quanto fatto finora e una attenzione alla prevenzione e alle assicurazioni contro i danni. Poste Italiane ha illustrato la valenza strategica di un importante investimento con risorse, non solo economiche sul progetto “polis” che prevede la ristrutturazione di circa 7 mila uffici postali nei piccoli centri, con un lavoro di rigenerazione urbana importante e che prevede anche la creazione di spazi di co-working. Il totale complessivo dell’investimento è di circa 1,2 miliardi di euro di cui 800 milioni sono fondi dal Pnrr. Intesa Sanpaolo ha descritto le evoluzioni di mercato e il real estate del futuro in termini di sviluppo: da un Real Estate tradizionale e verticale a un approccio di progettualità industriale, che punta a recuperare un concetto di comunità di quartiere; in tale contesto è stato descritto un piano di impresa, con iniziative e progetti che vanno a incidere nella infrastrutturazione di un’area a servizio di qualità della vita (con focus su salute e ricerca, educazione, cultura, mobilità). Quali potranno essere gli effetti e gli impatti sulla città se il 60% popolazione vivrà in aree urbane nel 2070 (vs 50% nel 2024) e 20% della popolazione avrà più di 65 anni nel 2074 (vs 9,6% nel 2024), con ben 16 milioni di persone over 65 anni entro 2040 in Italia? Questi cambiamenti demografici avranno inevitabilmente un effetto sulle aspettative che i cittadini hanno nei confronti dello spazio “vissuto”, urbano ed extraurbano, che potrebbe non essere garantito, o addirittura contrastare il modello di città attualmente esistente.I cambiamenti demografici imporranno agli spazi urbani di adattarsi alle nuove necessità dei propri residenti, andando incontro alle esigenze di una popolazione mediamente più anziana e con nuclei familiari sempre più piccoli. Sotto il profilo dei trend ambientali, il cambiamento climatico impone a istituzioni e alla politica di agire su tutti i livelli possibili per riuscire a produrre azioni e decisioni capaci di contrastarne gli effetti. Al fine di raggiungere l’obiettivo “net zero” entro il 2050 è necessario attuare interventi di riqualificazione del patrimonio immobiliare nazionale con l’obiettivo di generare una ricaduta positiva non solo sul piano ambientale, ma anche su quello del settore edilizio in termini economici e di opportunità di crescita. Importanti gli effetti e gli impatti anche dal punto di vista dei trend sociali: la crescente discrepanza tra i costi delle case e i salari rende, infatti, più difficile l’accesso delle classi meno agiate alle abitazioni nelle città, che rischiano di diventare sempre più luoghi esclusivi. Il rischio ulteriore è che la disparità si presenti entro la città stessa, separando nettamente il centro, dotato di tutti i servizi alla persona, e la periferia, che diventerebbe un’area residenziale con minore accesso a servizi e opportunità. Secondo diversi studi, il 90% delle vite delle persone si svolge entro cinque miglia dalla propria casa: è quindi evidente come un sano ecosistema-città sia fondamentale per garantire una buona qualità di vita in termini di salute, benessere e istruzione e, addirittura, può variare significativamente anche l’aspettativa di vita a seconda del quartiere in cui si risiede. Fil rouge che unisce e lega tutti i precedenti trend è quello della tecnologia, che apre le porte – non solo metaforicamente – a nuove possibilità di sviluppo e i cui effetti possono avere ricadute positive sulla gestione degli asset immobiliari, la mobilità cittadina e i servizi alla persona, considerando che le smart city integrano innovazioni per rendere più efficienti i trasporti, la gestione energetica e i servizi pubblici, trasformando le città in ecosistemi interconnessi e sostenibili, riducendo l’impatto ambientale e migliorando la qualità della vita.