Federlingue: inglese lingua del 33% degli italiani

 

Milano – Si celebra oggi, 26 settembre, la “Giornata Europea delle Lingue”, promossa dal Consiglio d’Europa nel 2001 con lo scopo di incoraggiare l’apprendimento delle lingue nel Vecchio continente, per migliorare il plurilinguismo e la comprensione interculturale, oltre che per promuovere la diversità linguistica dell’Europa. Tra linguaggio e cultura esiste un rapporto molto stretto. Il linguaggio, anche quello non verbale, si fonda sui valori di un popolo, sulle sue tradizioni, sulla sua storia. E ne incarna la cultura. Parlare una lingua straniera significa imparare a usare le categorie mentali, le forme di pensiero e le espressioni caratteristiche della relativa cultura. Secondo l’indagine di Eurobarometro della Commissione Europea di maggio 2024 (“Gli europei e le loro lingue”), la stragrande maggioranza degli europei (86%) ritiene che tutti dovrebbero parlare almeno una seconda lingua; e tre europei su cinque (59%) sono in grado di avere una conversazione in una lingua straniera. Ma quali sono le lingue più parlate? La stessa indagine rileva che l’inglese è parlato come lingua straniera da quasi la metà degli europei (47%) e dal 33% degli italiani, in notevole aumento (5 punti percentuali) rispetto al 2012. 7 giovani europei su 10 sono, oggi, in grado di sostenere una conversazione in inglese, con un aumento di 9 punti percentuali rispetto al sondaggio di dodici anni fa. L’inglese è percepito come la lingua più importante da imparare per il futuro dei bambini (dall’85% dei partecipanti al sondaggio), seguita da spagnolo, tedesco, francese e cinese. Dopo l’inglese, il francese (11%), il tedesco (10%) e lo spagnolo (7%) sono le lingue straniere più parlate nell’UE.  Questi risultati sono in linea con quelli del rapporto “Eurydice Key data 2023” sull’insegnamento delle lingue a scuola in Europa da cui emerge che il 98,3% degli studenti europei della scuola secondaria inferiore (e sempre più spesso anche fin da piccoli) sta imparando l’inglese. Ma qual è in Italia lo stato di salute delle imprese nel settore linguistico? Federlingue, l’associazione Confcommercio delle imprese che operano in quest’ ambito (rappresentando, in particolare, le scuole di lingue straniere e le imprese di traduzioni e servizi linguistici), ha svolto un’analisi sulla base dei dati delle Camere di commercio. A giugno 2024, le imprese linguistiche risultano 3.860, in lieve calo rispetto alle 3.908 di un anno prima e rispetto alle 3.990 di cinque anni prima, ma in crescita rispetto alle 3.585 del 2014. La prima regione italiana per numero di imprese attive è il Lazio, con 832 (dato di settembre 2023), seguita dalla Lombardia con 702. Prima provincia è Roma con 739 imprese, segue Milano città metropolitana con 389. Gli addetti del settore, a giugno 2024, sono 13.072. In particolare, il settore delle scuole di lingue è in leggera crescita per numero di imprese attive (1.883 nel 2024, 1.867 nel 2023, 1.825 nel 2019, 1.480 nel 2014), mentre quello delle traduzioni è in tendenziale lieve calo (1.977 nel 2024, 2.041 nel 2023, 2.165 nel 2019 e 2.105 nel 2014). La regione con maggiore presenza di Scuole di lingue è la Lombardia, con 318, seguita dal Lazio con 264 ed il Piemonte con 260. La provincia con maggior presenza di scuole di lingue è Roma con 215, poi Milano città metropolitana con 185, e Torino con 90. Ricordiamo anche che il trend di crescita dell’esigenza formativa in ambito linguistico è sorretto anche dal PNRR, che attraverso il DM 65/2023 vuole potenziare le competenze multilinguistiche nelle scuole attraverso percorsi di preparazione alla certificazione linguistica destinati agli studenti e agli stessi insegnanti (formazione in servizio ai docenti). Anche la conoscenza dell’italiano per l’integrazione e la formazione rivolta agli stranieri studenti/cittadini/lavoratori è sostenuta. Per Adele Nardulli, presidente di Federlingue: “La nostra Associazione, con le imprese associate, da sempre promuove la diffusione del multilinguismo come moltiplicatore delle opportunità di sviluppo personale, sociale ed economico della nostra società. La partecipazione di Federlingue a Impresa Cultura Italia di Confcommercio punta proprio a diffondere la consapevolezza del valore della cultura della conoscenza delle lingue straniere. Ma anche il valore, per le imprese, di adottare una comunicazione multilingue per promuovere il proprio business verso i mercati esteri utilizzando i servizi di traduzione e interpretariato”. “Anche in questa fase storica, che sembra dominata dagli strumenti dell’intelligenza artificiale in apparente concorrenza con le abilità umane, le imprese del settore aderenti a Federlingue impiegano il fattore umano come elemento imprescindibile di coordinamento, completamento e affinamento del prodotto linguistico di qualità, sia esso l’insegnamento di una lingua, una traduzione, una ‘transcreation’ o un servizio di interpretariato”. Conclude Adele Nardulli: “In questo giorno di celebrazione, la massima di Nelson Mandela mi sembra più attuale che mai: ‘parlami in una lingua che conosco e arriverai alla mia testa, parlami nella MIA lingua e arriverai al mio cuore”.