Carceri, Cgil Milano: ennesima vita spezzata, favorire servizi e welfare

Milano – “Da tempo denunciamo le condizioni drammatiche in cui si trova San Vittore: oltre 1100 detenuti stipati in spazi ridotti e angusti. Ad entrare nel circuito penale sono sempre più spesso giovani in condizione di enorme fragilità sociale e mentale”. Lo scrive in una nota la Camera del Lavoro, che parla di “ennesima vita spezzata” dopo la notizia della morte di Joussef Moktar, 18 anni. “Al posto di garantire percorsi di tutela ed accompagnamento che possano favorire il loro reinserimento nella società, i detenuti vengono rinchiusi in celle in condizioni disumane, con non più di 3 metri quadri a disposizione”, aggiunge la Cgil. “Dalla cronaca emergerebbe che sono stati gli stessi detenuti ad appiccare l’incendio, non sappiamo se come segno di protesta di fronte alla situazione interna o altro. Quello che sappiamo è che la situazione non è più tollerabile. Sono già 70 i suicidi nelle carceri italiane nel 2024, e quotidiani gli atti di protesta e di autolesionismo per le condizioni interne che violano costantemente i diritti umani. Interventi e politiche securitarie non fanno altro che aumentare le condizioni di sovraffollamento e di disagio. Sono necessari invece più servizi, più progetti volti a favorire l’inclusione sociale, a partire dai più giovani, e un welfare in grado di garantire risposte ai percorsi di autonomia. Tanti detenuti che potrebbero scontare parte della pena fuori dal carcere non lo fanno perché non hanno casa e provengono da situazioni di estrema marginalità.” “Il dramma che si vive quotidianamente negli istituti di pena, a partire da San Vittore, non può essere denunciato solo nel momento in cui avvengono le tragedie, come quella di questa notte. Siamo di fronte a una emergenza che va affrontata immediatamente e con risposte che ripristinino uno stato di diritto costantemente violato”.