Spada (Assolombarda): un fondo sovrano europeo per sostenere l’economia dei territori

Alessandro Spada, Presidente Assolombarda

Spada (Assolombarda): un fondo sovrano europeo per sostenere l’economia dei territori

Milano – Con un intervento sul Sole 24 Ore, il presidente di Assolombarda, Alessandro Spada rilancia l’idea di un fondo sovrano europeo per rilanciare l’economia dei territori. “Le nostre imprese, i territori di Milano, Monza e Brianza, Lodi e Pavia e più in generale l’economia lombarda continuano a trainare l’Italia, migliorando ancora una volta le previsioni di crescita annua del Pil. Si tratta di una buona notizia per la competitività di tutto il Paese nonché la testimonianza della forza strutturale del nostro sistema economico. Le ultime previsioni, infatti – prosegue Spada – stimano una crescita regionale del Pil per il 2024 al +1,1%, in aumento rispetto alle previsioni di fine 2023 e nonostante la crisi della Germania. Vorrebbe dire registrare un +6,7% rispetto al 2019, un ritmo di espansione superiore a quello italiano (+4,4%) e a quello dei benchmark europei: Baden-Württemberg (+0,7%), Bayern (+2,3%) e Cataluña (+4,8%). Nonostante l’instabilità e i profondi cambiamenti geopolitici, economici e sociali, le nostre imprese hanno saputo reagire bene e questo è sicuramente motivo di orgoglio industriale. Ma “anche il sole ha le sue macchie”. Oggi, difatti, a differenza di servizi e costruzioni, rileviamo un rallentamento dell’industria in questa prima parte del 2024 dovuto ad una domanda domestica e globale ancora debole, a cui si aggiungono l’onda lunga delle misure restrittive di politica monetaria, l’inflazione, i prezzi energetici alti e i minori investimenti anche per l’attesa di Transizione 5.0, che rende oggi difficile per le imprese rinnovarsi in quei mesi, quelli estivi, che sono più favorevoli per mettere a terra questo tipo di misure. Ancora una volta, questa fotografia richiede di definire al più presto politiche industriali favorevoli, a partire dal livello europeo. Come sappiamo, è a Bruxelles che si decidono le regole del gioco sui temi chiave per lo sviluppo delle imprese e per la competitività. Dobbiamo quindi lavorare per ottenere un vero cambio di indirizzo nelle scelte di politica industriale europea. È stata rieletta Ursula Von der Leyen alla guida della Commissione per il mandato 2024-2029: cinque anni che rappresentano il turning point per il futuro, o meno, dell’Europa e quindi il nostro. Stretta tra la morsa di una transizione green ineludibile, il non essersi dotata degli adeguati strumenti tecnologici, produttivi e finanziari per condurla nei tempi e nei modi più adeguati e con in corso una guerra tecnologica fra Stati Uniti e Cina destinata ad acuirsi, l’Europa dei prossimi anni è chiamata a rafforzare assolutamente la sua l’autonomia strategica e la sua competitività. Ma perché questo si verifichi, la prima cosa da fare è che la nuova Commissione superi l’approccio antindustriale che l’ha caratterizzata durante la passata legislatura. Sono in tal senso strategiche le nomine dei prossimi Commissari, soprattutto per mercato interno, concorrenza e politica economica. Rafforzare la competitività diventa una priorità nel momento in cui il peso dell’Unione Europea sul Pil globale è sceso dal 26% al 18% in 20 anni, mentre quello degli Stati Uniti è rimasto praticamente invariato al 26% e quello della Cina è quadruplicato arrivando al 17%. Il calo del peso dell’Europa riflette la dinamica della bassa produttività legata alla modesta potenza tecnologica e innovativa derivata, a sua volta, dai mancati investimenti comuni che dovremmo, invece, compiere in linea con i trilioni di dollari introdotti da Stati Uniti e Cina. L’unica soluzione possibile è quella che sosteniamo da tempo: costituire un fondo sovrano europeo basato sulla emissione di Eurobond, che ha dimostrato di funzionare benissimo durante la pandemia, riscuotendo grande successo sui mercati. È questa la strada per permettere all’Ue di crescere e di farlo velocemente, puntando sulla manifattura, costruendo campioni dell’industria e, soprattutto, scommettendo sulle giovani generazioni al fine di garantire loro un tessuto fertile per la nascita di tanta nuova impresa. Questo richiede un livello di cooperazione e coordinamento tra gli Stati Membri sempre maggiore, come mai abbiamo avuto prima.