Il colpo di calore è infortunio, Vaia, (Cisl): adottare azioni di prevenzione contro il caldo

Milano – L’esposizione prolungata a valori eccessivi di temperatura e umidità in ambianti aziendali o all’aperto è causa di danno, anche grave, per la salute delle lavoratrici e dei lavoratori e può provocare malori per disidratazione e surriscaldamento degli organi interni fino al cosiddetto “colpo di calore”. “Questi casi non vanno sottovalutati e devono essere trattati come infortunio sul lavoro e non come una comune malattia – spiega Roberta Vaia, segretaria regionale CISL Lombardia – Ad essere maggiormente esposti al pericolo sono i lavoratori di edilizia, cantieristica stradale e agricoltura. Questo non vuol dire però che i lavoratori di altri settori non possano esserne colpiti: pensiamo a chi lavora in ambienti chiusi con fonti di calore aggiuntive o dove sono necessari indumenti che limitano la traspirazione. Anche le attività fisicamente impegnative fanno crescere il calore corporeo, incrementando il rischio di disturbi legati al caldo. In queste settimane di temperature estreme e altissimi livelli di umidità in Lombardia, le ATS dovrebbero monitorare attentamente l’adozione di misure di tutela dallo stress termico durante i controlli nei settori a rischio, valutando le condizioni ambientali e le patologie croniche specifiche, come obesità, malattie cardiovascolari, diabete e BPCO (broncopneumopatia cronica ostruttiva), oltre a fattori ambientali e comportamentali come temperatura dell’aria, umidità, ventilazione, tipo di abbigliamento e livello di attività fisica. La prevenzione sul luogo di lavoro è fondamentale per ridurre i rischi per la salute causati dall’esposizione a temperature elevate. Le norme ci sono, ma servirebbe una più specifica definizione delle misure per questo tipo di rischio, e sarebbe stato inoltre più efficace se Regione Lombardia avesse emesso un’ordinanza per garantire l’adozione uniforme di misure preventive”. “Alla lavoratrice e al lavoratore infortunato devono essere assicurate tutte le tutele spettanti – aggiunge Remo Guerrini, direttore del Patronato INAS Cisl Lombardia – E’ quindi possibile contattare il patronato INAS CISL più vicino per ricevere l’assistenza necessaria per vedersi riconoscere l’infortunio e le indennità dovute dall’INAIL. In questi giorni, non c’è nessuna provincia esclusa dall’ondata di calore che sta colpendo indistintamente la nostra regione. E’ importante che la lavoratrice o il lavoratore, in caso di malore in condizioni ambientali di svolgimento dell’attività lavorativa che espongano ai rischi collegati all’eccesso di calore, venga accompagnato subito in Pronto Soccorso e riferisca al personale sanitario le particolari condizioni di lavoro in azienda o all’aperto per agevolare l’individuazione della cause e la qualificazione del caso come infortunio sul lavoro e non come semplice malore. Il datore di lavoro, con il certificato medico che verrà consegnato dal Pronto Soccorso, deve trasmettere all’INAIL la denuncia di infortunio”.