Confapi: dimensioni aziendali e carenza personale per le Pmi rappresenta un freno

Milano – Dimensioni aziendali e carenza di personale dedicato o competente rappresentano il maggior freno allo sviluppo dei mercati esteri per le PMI lombarde. Lo osserva un’indagine realizzata tra 300 imprese associate a livello regionale realizzato dal Centro studi Confapi Lombardia in occasione della convention mondiale delle Camere di Commercio italiane all’estero che si è tenuta il 21 e il 25 giugno al Brixia Forum e nella sede della Camera di Commercio bresciana di via Einaudi con delegati provenienti da 63 Paesi del mondo. Il Centro studi Confapi Lombardia conferma che i mercati di riferimento delle PMI lombarde sono in primo luogo Germania, Francia e, più in generale, l’area UE. Si osserva però una presenza relativamente diffusa in tutte le macro aree, dagli Stati Uniti al Medio Oriente fino al Nord Africa e all’Asia, a conferma anche in questo di una vocazione all’internazionalizzazione del manifatturiero. L’indagine osserva anche una differente modalità di approccio: laddove i mercati sono conosciuti e stabili la pratica più diffusa è quella dell’esportazione diretta (70% circa dei casi). L’utilizzo di distributori locali, cioè soggetti già operanti sul territorio e dunque già in possesso di conoscenze specifiche in merito al mercato locale, rappresenta la seconda formula prevalente di approccio ai mercati. È questo il caso della Cina, dove questa modalità arriva al 71%, seguita dalle joint venture (14%). Per quanto riguarda le prospettive relative al prossimo futuro, prevale la prudenza ma, tra i desiderata, cresce l’interesse verso gli Stati Uniti, i Paesi dell’Est Europa e la Turchia. La ricerca di nuovi mercati non si traduce però immediatamente in opportunità concreta per le PMI lombarde. Quattro imprese su dieci (38%) stanno cercando nuovi mercati, ma dimensione aziendale (50% di queste) o carenza di personale dedicato (18%) rappresentano un freno importante. Se la dimensione aziendale zavorra la metà delle imprese attualmente attive nella ricerca di nuovi approdi commerciali, rappresenta lo scoglio insormontabile (100% di rispondenti) per chi al momento non ha sviluppato mercati esteri. Oltre a quelli endogeni – seppure in misura minore – anche difficoltà legate al contesto geopolitico, a misure protezionistiche o all’accesso al credito, rappresentano altri fattori limitanti allo sviluppo di mercati esteri. «L’indagine evidenzia che per le nostre PMI il maggior freno allo sviluppo dei mercati esteri non è dato dalle tensioni geopolitiche, ma è rappresentato in realtà da fattori interni, in particolare dalla dimensione aziendale o dalla mancanza di competenze del personale – afferma il Presidente di Confapi Lombardia, Pierluigi Cordua -. Di conseguenza le strategie a livello politico dovrebbero tenere conto anche di questi aspetti, sostenendo i processi di internazionalizzazione delle PMI con azioni dedicate. Resta anche il problema del sempre più evidente mismatch tra domanda e offerta di lavoro, aggravato oggi e ancor più in prospettiva dalla crisi demografica».