Morto sul lavoro: nel lodigiano un ragazzo di 18 anni schiacciato da una seminatrice

Morto sul lavoro: nel lodigiano un ragazzo di 18 anni schiacciato da una seminatrice

Lodi – Un ragazzo di 18 anni è morto schiacciato da una seminatrice, un mezzo agricolo, mentre stava lavorando nell’azienda Bassanetti, in via Cavour a Brembio, in provincia di Lodi. Si chiamava Pierpaolo Bodini. Su Instagram il ragazzo aveva postato numerose foto dei trattori e una foto con altri tre amici sui ‘balloni’ di fieno. L’ultima storia che aveva realizzato sul social, 18 ore fa, era dedicata a una trebbiatrice, taggando l’azienda. Secondo le prime informazioni, il ragazzo è morto schiacciato dal macchinario. Giunti sul posto, i soccorsi di Areu 118 hanno potuto solo constatare il decesso decesso del 18enne. All’infortunio ha assistito un collega di 20 anni che ha accusato un malore. I tecnici dell’Ats di Lodi, i vigili del fuoco e i carabinieri sono al lavoro per ricostruire l’accaduto. Lavorava da poco per l’azienda Pierpaolo, la madre, arrivata immediatamente sul luogo dell’incidente, ha ricordato come “la passione della vita” del figlio fosse proprio quel lavoro e che è morto “facendo ciò che aveva sempre desiderato”. Si evince anche scorrendo il suo profilo Instagram, contenente immagini di campi, trattori, e di lui compagni tra le balle di fieno. Anche alcuni sindacalisti hanno raggiunto la cascina con striscioni per invocare più sicurezza per tutti i lavoratori ma i familiari della vittima hanno chiesto di rispettare prima di tutto il loro dolore. Sul posto è arrivata anche la sindaca di Brembio, Oriana Ghidotti, che ha annunciato che proclamerà una giornata di lutto cittadino: “Non so davvero cosa pensare – ha commentato -.Questa era la sua passione più forte. Morire così, a questa età, non ci sono parole”. “Bisogna fermare questa lunga scia di sangue, questa strage silenziosa, una vera e propria carneficina”. E’ l’appello che il leader della Cisl, Luigi Sbarra ha rilanciato inaugurando oggi in Veneto la nuova sede della Cisl di Treviso, intitolata a Giuseppe Corazzin, commentando la morte del giovane operaio Pierpaolo Bodini. “Morire di lavoro è un fatto indegno in un paese civile. Il sindacato continuerà a chiedere al Governo una strategia nazionale complessiva sul tema della salute e della sicurezza, atta a rafforzare verifiche e ispezioni, assumere ispettori e tecnici della prevenzione, investire sulla qualità delle imprese” ha sottolineato Sbarra . ” La patente e crediti può essere un segnale importante ma bisogna coordinare ruoli, compiti e funzioni degli enti e delle amministrazioni preposte ai controlli. La dimensione nazionale si deve collegare a quella regionale e territoriale. Serve maggiore attività di repressione e di controllo e anche un inasprimento delle sanzioni. Ma tutto ciò non basta se non lo colleghiamo a una strategia nazionale che faccia leva sulla prevenzione, sulla formazione e sull’informazione”‘ , ha aggiunto il numero uno della Cisl. Rispetto al tema dell’autonomia differenziata, al centro del dibattito politico Sbarrra ha aggiunto: “La Cisl non ha mai avanzato pregiudizi ma qualunque processo di autonomia differenziata per noi non può che unire, rafforzare la coesione, e deve muoversi nel perimetro della Costituzione.  Preliminarmente vanno definiti e finanziati i livelli essenziali delle prestazioni (Lep) – ha detto – costruito un fondo di perequazione fiscale e sostenute le regioni in difficoltà. Va superato il concetto della spesa storica a favore dei fabbisogni standard. Chiediamo al Governo e al Parlamento che in ogni fase di attuazione di questa riforma venga assicurata la piena partecipazione, il dialogo e il confronto con le parti sociali”.