Confcommercio: Piano Mattei, una nuova formazione serve anche alla crescita di Milano

Milano – A Milano – per ristorazione, ricettività, servizi turistici – oltre il 45% dei lavoratori è di difficile reperibilità per le imprese. Su un fabbisogno complessivo di più di 59mila, la stima è di oltre 27 mila lavoratori mancanti in un territorio che fa dell’attrattività uno dei suoi maggiori punti di forza. “Formare giovani stranieri in questi campi – rileva il presidente di Confcommercio Carlo Sangalli – potrebbe contribuire a rendere più sostenibili i flussi migratori e più forte la nostra economia”. In Confcommercio Milano oggi il primo confronto fra imprenditori e rappresentanti degli Stati africani con l’evento “Piano Mattei, quali opportunità per Africa, Italia e imprese” con il videomessaggio di apertura del presidente del Consiglio Giorgia Meloni. Centrale il tema della formazione anche per una nuova immigrazione: “Il Piano Mattei – afferma Sangalli – è certamente un progetto interessante perché affronta in modo innovativo e paritario i nostri rapporti con l’Africa e, di conseguenza, anche il tema dell’immigrazione. Inparticolare si sviluppa e si incentiva l’aspetto della formazione e dell’istruzione sia in Italia sia nei Paesi africani d’origine”. Assieme a Sangalli interventi iniziali di saluto del presidente di Regione Lombardia Attilio Fontana e dell’assessora allo Sviluppo economico del Comune di Milano Alessia Cappello. Poi le analisi di Fabrizio Saggio, Consigliere diplomatico del presidente del Consiglio e coordinatore del Piano Mattei; Otto Bitjoka, Presidente UCAI – Unione Comunità Africane d’Italia e Riccardo Garosci, vicepresidente Confcommercio e componente della Cabina di regia della Presidenza del Consiglio per il Piano Mattei. Presentati i dati di un’indagine SWG (illustrata dal vicepresidente SWG Maurizio Pessato) sul contesto dell’immigrazione, la conoscenza del Piano Mattei e la formazione professionale dei giovani africani. “Piano Mattei, quali opportunità per Africa, Italia e imprese”costituisce la prima iniziativa di confronto tra i rappresentanti degli Stati africani e i nostri imprenditori, e si sviluppa per quest’intera giornata con sessioni e approfondimenti coinvolgendo anche gli spazi di Palazzo Bovara, il Circolo del Commercio di Confcommercio Milano in corso Venezia 51. Le sessioni: 1^ Sessione, Co-localizzazione e partenariati strategici italo-africani, Fabrizio Lobasso, Vice Direttore Generale per il Sistema Paese del MAECI – Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale; Guido Guidesi, Assessore allo Sviluppo Economico Regione Lombardia; S.E. Henri Okemba, Ambasciatore della Repubblica del Congo; David Doninotti, Direttore Aice – Associazione Italiana Commercio Estero Confcommercio. 2^ Sessione (due panel pomeridiani), Giovani e il futuro: formazione professionale e autoimprenditorialità inclusiva: Simonpaolo Buongiardino, Presidente Capac – Politecnico del commercio e Vicepresidente Confcommercio Milano; Andrea Colzani, presidente Formaterziario, incaricato alla formazione – Confcommercio Imprese per l’Italia; Simona Tironi, Assessore all’Istruzione, Formazione, Lavoro Regione Lombardia; Frank Cinque, General Manager Fondazione E4Impact; Virgile Akiapo, Ministro consigliere Ambasciata della Costa d’Avorio; Michele Giannone, Docente Unitelma Sapienza. Mobilità globale, diaspora africana e immigrazione qualificata in Italia: Mauro Guerra, Presidente ANCI Lombardia; Otto Bitjoka, Presidente UCAI -Unione Comunità Africane d’Italia. L’indagine SWG, L’opinione pubblica: considerazioni sugli africani in Italia e il Piano Mattei per l’Africa. Perché l’emigrazione – Per il 51% degli intervistati (risposta multipla) gli immigrati lasciano il proprio Paese principalmente per cercare una vita migliore. In particolare: fuggire dalle guerre (27%); per sfuggire a persecuzioni politiche, tribali o altro (24%); aiutare, con i guadagni del lavoro, i familiari lontani (22%); perché il loro Paese non offre alcuna possibilità di lavoro (20%). L’integrazione dei figli di immigrati – Il 69% degli intervistati ritiene che per i figli degli immigrati sarà complessivamente più agevole vivere in Italia rispetto a quanto non lo sia per i genitori (molto più facile 9%, abbastanza più facile 60%). Immigrati in Italia: le conseguenze – La presenza degli immigrati è utile per aiutare a coprire necessità di forza lavoro, contribuire alla fiscalità generale, ridurre il problema della denatalità? Il 46% degli intervistati si dice d’accordo (12% molto d’accordo, 34% abbastanza d’accordo); il 42% si dice in disaccordo (poco 24% o per niente d’accordo 18%). Negli ultimi anni scarso ascolto dei Paesi africani da parte dell’Italia e soprattutto dell’UE – Il 69% degli intervistati pensa che la voce dei Paesi africani negli ultimi anni sia stata poco o per niente considerata dall’Italia; il 74% pensa che sia stata poco o per niente considerata dall’Unione Europea. La formazione – Secondo il 54% degli intervistati l’organizzazione di percorsi di formazione professionale per gli immigrati può essere utile per una migliore gestione del fenomeno migratorio (utile in una certa misura per il 37%, utile in misura elevata per il 17%). Utile solo per casi limitati per il 18%. Percorsi di formazione professionale in Italia o nei Paesi Africani – La proposta di un piano di formazione professionale per gli immigrati in Italia (persone che, una volta formate, tornerebbero nei loro Paesi di origine) è ritenuta valida dal 50% degli intervistati (fattibile dal 39%). La proposta di piani di formazione professionale nei Paesi africani, per un successivo avviamento al lavoro in Italia, è ritenuta valida dal 51% degli intervistati (fattibile dal 37%). Le potenzialità del mercato africano – Il 50% degli intervistati reputa che l’Africa possa essere un mercato interessante (abbastanza 38%, molto 12%) per le esportazioni italiane. Quanto si conosce il Piano Mattei per l’Africa – Il 24% degli intervistati dichiara di conoscere il Piano Mattei. Di questi, il 5% ne ha sentito parlare ed ha approfondito il tema, il 19% ne ha sentito parlare. Il 35% degli intervistati ne ha sentito parlare solo in termini generali. Il valore dell’interscambio commerciale Italia – Africa: L’interscambio commerciale tra l’Italia e l’Africa (dato 2023) ha raggiunto il valore di 59,4 miliardi di euro, in calo del 14,6% rispetto al 2022 (fonte SACE su dati Istat) in particolare per una maggiore diversificazione nell’approvvigionamento di risorse energetiche acquistate dai Paesi africani (dopo il boom l’anno precedente per l’avvio della guerra in Ucraina) e per un calo dei prezzi. L’export e l’import italiano verso l’Africa: L’export italiano verso l’Africa è stato di 20,4 miliardi di euro (dato 2023: -4,1% rispetto al 2022) l’import di 39 miliardi di euro (era di 48,2 miliardi l’anno precedente). L’export italiano verso l’Africa vede la prevalenza del settore dei macchinari: 4,6 miliardi di euro. I primi cinque Paesi di destinazione dell’export italiano sono: Tunisia, Egitto, Algeria, Marocco, Sud Africa. L’import italiano dai Paesi africani è rappresentato per più di due terzi da risorse energetiche. In particolare, i primi cinque Paesi da cui l’Italia importa sono: Algeria, Libia, Tunisia, Egitto, Sud Africa.