Confindustria Varese: “Dialoghiamo con il Jrc per accorciare la distanza tra ricerca, politica e imprese”

Varese – “Innovativa, tecnologica, sostenibile, inclusiva, europea”. In una parola: “Industriale”. È questa la provincia varesina che immagina per il futuro il Presidente di Confindustria Varese, Roberto Grassi. Aggettivi qualificativi di un territorio con i quali ha concluso la sua relazione all’Assemblea Generale 2024 dell’associazione datoriale che si è tenuta nell’headquarter di MV Agusta Motor della Schiranna, con la partecipazione anche del Presidente di Confindustria, Emanuele Orsini. L’innovazione come driver strategico di sviluppo. Al centro dei lavori assembleari 2024, l’innovazione, ma soprattutto, il come costruire una nuova competitività per le imprese. A partire dall’implementazione, con azioni concrete, del Piano Strategico #Varese2050. “Siamo nella fase di execution – ha precisato il Presidente Roberto Grassi –. Subito dopo la presentazione del Piano all’Assemblea Generale del 2022, abbiamo avviato progetti concreti. Stiamo realizzando azioni a supporto delle filiere produttive, delle startup, dei temi Esg e della costruzione di un nuovo ecosistema dell’innovazione”. Quattro cantieri per costruire un futuro di crescita per il territorio, inaugurati anche a fronte di una promessa: “Nuove idee e nuove tecnologie generano nuovi investimenti, aumentano la produttività di tutti noi e la competitività del sistema. Ne siamo così coscienti che la costruzione di un ecosistema dell’innovazione e sviluppo delle startup, a partire dai nostri cluster industriali territoriali, è diventata il centro dell’azione di rinnovamento competitivo che abbiamo intrapreso con il Piano Strategico #Varese2050. Serve un acceleratore d’impresa e di innovazione. Un impegno che, come Confindustria Varese, ci siamo presi nei confronti del territorio e che stiamo rispettando con il progetto Mill che sorgerà al fianco della LIUC – Università Cattaneo”. Aggiornamento su Mill. Un progetto quello del Mill (Manufacturing, Innovation, Learning, Logistics) che dopo aver superato la fase autorizzativa, ora è entrato in quella più concreta e progettuale: “Abbiamo lanciato un beauty contest a cui hanno partecipato diversi studi di architettura italiani. Le proposte ci sono già state tutte consegnate. Nelle prossime settimane andremo a selezionarle ed entro fine mese avremo lo studio di architettura che progetterà il cantiere. Ma Mill non è solo un’infrastruttura – ha tenuto a sottolineare il Presidente Grassi –. Il cantiere che andremo ad aprire a Castellanza servirà a costruire l’hardware il cui software ha già iniziato a lavorare. Mentre progettiamo e costruiamo le mura di Mill, riempiamo di contenuti i servizi e la nuova azione di rappresentanza che lì avranno sede e sviluppo. È così che si sono rafforzate ulteriormente le alleanze con LIUC, co-partner naturale di Mill. Contemporaneamente stiamo allargando le maglie di una rete di collaborazioni che nella visione del futuro ci porterà ad ampliare e moltiplicare le possibilità di azione. A partire dagli Its per poi arrivare al sistema universitario, di ricerca e di incubazione. Sono nati così i progetti con ComoNext, con InnoVits, con Sodalitas, con Fondazione Ergo. Grazie a Confindustria Bergamo abbiamo avviato contatti con il Kilometro Rosso e con altri joint lab, come quelli nati nell’ambito dell’Istituto Italiano di Tecnologia di Genova. Ultimo, in ordine temporale, l’importante accordo che abbiamo stretto con il Politecnico di Milano per il tramite di PoliHub”. Open innovation, startup e nuove tecnologie. Gli obiettivi di queste collaborazioni sono quelli di allargare i confini del confronto, fare scouting su nuove tecnologie, tracciare la strada su quella che viene definita open innovation: “È per questo che abbiamo avviato un percorso che partirà quest’anno in via sperimentale per le imprese metalmeccaniche, e che in parte già facciamo per altri settori, articolato in più fasi: l’esplorazione delle opportunità attraverso le missioni tecnologiche di Open Mind con Confindustria Bergamo e Confindustria Emilia Centro; la formazione ai processi di innovazione; la creazione di community di innovatori; la contaminazione del sistema produttivo con il mondo delle startup. Quelle che nascono sul territorio sono troppo poche – ha rimarcato Grassi –. Dobbiamo attrarne di più, dobbiamo far sì che i nostri ragazzi abbiano il coraggio di sviluppare le loro idee, dobbiamo cercare le startup di deep technology che offrano, non solo ideazioni di app, ma nuovi spunti manifatturieri alle filiere industriali esistenti e portarle qui. Occasioni per dar vita a questa contaminazione tecnologica oggi ce ne sono veramente tante”. Così il Presidente Grassi citando anche degli esempi concreti: “Pensiamo ai filoni applicativi dell’Intelligenza Artificiale, alla cyber security, alla digitalizzazione di processi e prodotti, alla ricerca sui materiali di nuova generazione, al bioprinting, alle occasioni legate all’energia (come quelle sull’idrogeno), alla motoristica, alle batterie di nuova generazione, alla carbon capture, al biotech. Perché queste opportunità tecnologiche possano essere colte e declinate in maniera efficace nel sistema produttivo abbiamo anche riletto la nostra base associativa, clusterizzandola per competenze tecnologiche, mercati di sbocco e filiere. Il tutto con l’obiettivo di raccogliere bisogni omogenei e tracciare nuovi sistemi di collaborazione”. Il dialogo con il Jrc. Al centro dell’Assise delle imprese varesine anche la necessità di guardare, contemporaneamente, all’Europa e al territorio. “Su questo Varese può giocare una carta vincente che altri sistemi economici e produttivi non hanno. Un esempio è la presenza a Ispra del Joint Research Center, l’unico in Italia e il più grande in Europa – ha tenuto a evidenziare Grassi –. Come Confindustria Varese, in questo ultimo anno, abbiamo iniziato a confrontarci con maggiore intensità con il Jrc. La dimostrazione concreta di una più stretta integrazione delle attività dei laboratori di Ispra con il contesto manifatturiero del territorio è il recente rinnovo del Collaboration Agreement tra la nostra LIUC – Università Cattaneo e il Jrc. Un accordo con l’obiettivo di orientare le politiche europee su temi cruciali come la sostenibilità, la trasformazione digitale e industriale, la sanità”. L’obiettivo è quello di “fare da apripista per un ulteriore passo in avanti: il coinvolgimento di tutto il nostro Sistema Confindustriale di rappresentanza a livello nazionale”. A detta di Grassi l’apporto al dialogo con il Jrc che tutta Confindustria potrebbe garantire è quello delle esperienze sul campo, dei dati e delle evoluzioni del contesto competitivo industriale di cui le imprese sono protagoniste e che le stesse potrebbero condividere con i ricercatori europei: “Una collaborazione strutturata tra Jrc e Confindustria, tema su cui abbiamo già iniziato a confrontarci con il Neopresidente Emanuele Orsini, potrebbe fare da cerniera tra ricerca, politica e imprese. Se il modello decisionale europeo è ‘Science for policy’, attivare, come Sistema Confindustriale, un dialogo con le fondamentali attività di ricerca dei laboratori di Ispra non solo è lungimirante, ma doveroso”. Transizione 5.0 e cuneo fiscale. Nella relazione del Presidente Grassi, non sono mancati i messaggi alla politica nazionale: “Il Piano Transizione 5.0 del Governo – ha affermato il Presidente di Confindustria Varese – deve essere ripensato. Così come è stato impostato non funziona. Con gli attuali orizzonti temporali non è di supporto allo sviluppo del sistema industriale. Siamo rimasti almeno 6 mesi in attesa dei decreti attuativi, che solo ora stanno iniziando ad uscire, indicando come accedere a incentivi per investimenti che dovremmo concludere entro il 31 dicembre 2025. Non solo abbiamo perso troppo tempo, ma è anche evidente che in questo modo non potremo che dar vita, al massimo, a un riammodernamento delle nostre fabbriche. Abbiamo bisogno di molto di più. Serve far crescere la nostra produttività. E per riuscirci occorrono misure strutturali che abbiano una visione a cinque anni. È così che si crea il lavoro, non con i bonus. Non chiediamo aiuti o assistenza. Chiediamo una strategia-Paese di lungo periodo”. Infine, la richiesta “per poter garantire una qualità della vita che passa anche da un livello di salari netti adeguato”. Su questo Grassi è stato tranchant: “Torniamo a chiedere un taglio strutturale del cuneo fiscale”.